14 Novembre 2019

Il golpe in Bolivia e Cassandra Crossing

Il golpe in Bolivia e Cassandra Crossing
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Jeanine Añez festeggia la “nomina” a presidente

Dopo la fuga forzata di Evo Morales, la Bolivia ha un nuovo presidente, la senatrice dell’opposizione  Jeanine Añez. L’ex presentatrice televisiva si è auto-proclamata ed è assurta a presidente senza nessuna formalità democratica. Il tempo dei generali è passato, ora anche i golpisti devono mostrare un volto rassicurante.

Il nuovo governo, formato da uomini scelti dalla Añez, in realtà dai militari e dai loro pupari statunitensi, rimarrà in carica fino a nuove elezioni, che suggelleranno quanto avvenuto, con un governo golpista “eletto”.

Il governo della Añez ha avuto subito il riconoscimento Usa, come di altri Stati clienti di Washington (come Hanna Arendt chiamava gli alleati americani).

Ma anche, a sorpresa, quello di Mosca, che evidentemente cerca di tamponare l’ondata di piena prima che sommerga il Venezuela, che sta difendendo con le unghie e con i denti.

In altra nota abbiamo accennato ad alcuni retroscena di questo golpe, in questa ne registriamo altri, non meno importanti.

Il litio boliviano

Il primo riguarda il litio, del quale la Bolivia è ricchissimo grazie alle sue saline. Così sul National Geografic: “Ciò che sappiamo è che sotto la più grande salina del mondo si nasconde uno dei più grandi giacimenti esistenti di litio, circa il 17 per cento del totale del pianeta. Sappiamo inoltre che sfruttando i depositi di litio il governo della Bolivia, paese in cui il 40 per cento della popolazione vive in povertà, spera di uscire dal vicolo cieco della miseria”.

Riportiamo da Green Report: “Il vicepresidente della Bolivia, Álvaro García Linera, ha detto in un’intervista concessa a Patria Nueva e Btv che ‘Con l’incremento dell’industria dello sfruttamento del litio nelle saline di Pastos Grandes y Uyuni (Potosí) e Coipasa (Oruro), questa nazione diventerà la prima potenza di esportazione di questo metallo. Questo rivoluzionerà il mondo scientifico boliviano, rivoluzionerà l’industria boliviana, le entrate della Bolivia, questo non è un sogno, abbiamo appena iniziato'”.

Un discorso fatto solo alcuni mesi fa. Sogno infranto. La produzione del litio non andrà a vantaggio della nazione e dei poveri, ma delle multinazionali.

Il golpe “verde”

Il punto è che il litio, che già ha la sua importanza nell’industria, adesso ha assunto una rilevanza strategica primaria. Non per nulla il National Geografic lo definisce “oro bianco”.

Tale rilevanza deriva dalla rivoluzione verde, che vedrà il boom dei veicoli elettrici, a detrimento degli attuali. Ai veicoli elettrici servono batterie e alle batterie serve il litio. Da cui la disgrazia della Bolivia.

D’altronde, in altra nota abbiamo accennato come le guerre che stanno sconvolgendo la Repubblica democratica del Congo sono da collegarsi al boom di cellulari e computer. Dinamiche usuali, dunque, quelle che hanno travolto la Bolivia.

Allo stesso tempo, con certa ironia, si può registrare che quello boliviano è il primo conflitto generato dalla “rivoluzione verde”, che oltre che chiedere un mondo più sostenibile vuole innescare una nuova rivoluzione industriale, ridando slancio a un’economia sempre più stagnante e recessiva.

La Bolivia e il Sinodo sull’Amazzonia

Sotto altro e più indefinito profilo, se si tiene conto che nella geopolitica la tempistica non è secondaria, si può rilevare anche la coincidenza tra il golpe boliviano e il sinodo sull’Amazzonia appena concluso.

Sinodo fortemente voluto da papa Francesco, incentrato sui diritti dei popoli indios oltre che sulla custodia del creato (il termine ambientalismo è riduttivo, ma evitiamo di entrare nel merito, dal momento che si rischia di non uscirne… ).

Evo Morales è un po’ il politico di riferimento di tale popolazione e in qualche modo anche un simbolo del suo riscatto. E Morales ha un feeling particolare con Francesco, il quale nei giorni che hanno preceduto il golpe non ha lesinato appelli in favore di una riconciliazione nazionale che ponesse fine agli scontri.

Affermare che quello boliviano sia anche un colpo di Stato contro il Pontificato di Francesco è certo azzardato, ma si può affermare con altrettanta certezza che non ne sarà stato particolarmente felice.

Cassandra Crossing

Ma al di là, resta il litio e derivati, costati cari a una presidenza che certo ha avuto, come tutte, i suoi difetti, ma anche il merito di far uscire tanti dalla povertà estrema.

Il golpe in Bolivia e Cassandra Crossing

Se lo sfruttamento del litio avesse dato anche solo in parte i frutti sperati dal vicepresidente, la Bolivia avrebbe potuto rappresentare un esempio vincente di socialismo. Esempio contagioso…

… Nel film Cassandra Crossing, un treno nel quale si diffonde il contagio di un virus ignoto e mortale. La quarantena dei viaggiatori, la lotta disperata di alcuni di questi per salvare gli ammalati. La conclusione, con il treno che viene fatto precipitare da un ponte per ucciderne tutti gli occupanti, nonostante fosse stata trovata una cura.

A ordinare l’assassinio di massa il Colonnello inviato a supervisionare la quarantena. Questa la sua risposta a un interdetto interlocutore: “Il mio primo compito era di evitare il contagio… non solo la malattia ma l’idea stessa del male”.

 

 

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