15 Luglio 2014

Il Grande Kurdistan minaccia di far esplodere il Medio Oriente

Il Grande Kurdistan minaccia di far esplodere il Medio Oriente
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«I curdi in Iraq rappresentano l’unica vera forza organizzata capace di opporsi alle milizie dell’ISIS. I loro peshmerga sono molto combattivi ed hanno ripreso Kirkuk; anche in Siria i curdi stanno ottenendo notevoli successi sia contro l’esercito di Assad, sia contro i jihadisti. E sono molto vicini a realizzare il sogno antico di un Grande Kurdistan. Il che metterebbe in ridiscussione tutti i confini e gli equilibri della regione». Così Michael Ledeen, consigliere politico di Reagan e Bush padre e tanto altro (e oscuro), oggi analista molto attivo in Italia, in un’intervista rilasciata al Giornale.it. Per Ledeen il Grande Kurdistan costituirebbe un grave problema per l’Iran, ma ancor più per la Turchia dal momento che «le province a maggioranza curda oggi parte della Turchia sono vaste, e la perdita territoriale, in caso di nascita del Kurdistan, sarebbe gravosa per i turchi molto più che per gli iraniani. E poi i curdi sono molti milioni in Turchia, diffusi un po’ in tutto il paese. Per lo più convivono tranquillamente con i turchi, ma il conflitto per il Kurdistan potrebbe innescare una mina tale da far esplodere il delicato, e fragile, mosaico turco. E gli accordi, recenti, di Erdogan con il Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan ndr) di Ocalan non bastano a disinnescare questa minaccia».

 

Nota a margine. In realtà il ruolo dei curdi in rapporto all’Isis è alquanto controverso. Certo è che grazie all’Isis il Kurdistan, ad oggi regione autonoma all’interno dell’Iraq, si è appropriato della città di Kirkuk e dei pozzi petroliferi limitrofi: presa dai tagliagole dell’Isis, subito liberata dai peshmerga curdi senza nessun mandato del governo centrale, Kirkuk ormai è parte della regione autonoma del Kurdistan e, se si realizzerà il sogno indipendentista curdo (Israele spinge in questo senso), non più irachena. Inoltre suona allarmante l’attivismo dei curdi contro «l’esercito di Assad» elogiato da Ledeen, equivale a una dichiarazione di guerra contro uno Stato sovrano.

Tra l’altro, val la pena riportare l’accusa del presidente Al Maliki rivolta ai curdi: ai primi di luglio, nel suo consueto breafing settimanale, il presidente iracheno ha affermato che il quartier generale dell’Isis si trova proprio in Kurdistan… Ma al di là delle controversie, l’intervista di Ledeen resta di grande interesse, in particolare laddove spiega le gravi conseguenze che avrebbe un Grande Kurdistan per l’Iran e la Turchia.

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