16 Aprile 2014

In prospettiva, per gli Usa Teheran diventerà più importante di Ryad

In prospettiva, per gli Usa Teheran diventerà più importante di Ryad
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Il capo del Dipartimento di Stato Kerry e il ministro degli Esteri iraniano Zarif

Gli Usa possono trovare un’intesa sul nucleare iraniano? «Sì, perché lo vogliono gli americani, e soprattutto lo vogliono gli iraniani. Hanno scelto un presidente apposta per fare l’intesa, e conviene anche a noi, perché l’Iran è un potenziale partner per i nostri investimenti migliore dell’Arabia […] L’Arabia diventerà sempre meno importante per gli Usa, per i mutamenti del settore energetico. L’accordo con Teheran sarà buono per tutti, tranne che per il Medio Oriente [ovvero Paesi del Golfo e Israele ndr.]». Sono osservazioni di Ian Bremmer, presidente dell’Eurasia Group in un’intervista alla Stampa del 15 aprile (“Obama non fermerà Putin Le sanzioni sono inutili”). Persona molto informata, spiega ai cronisti del quotidiano italiano, Paolo Mastrolilli e Gianni Riotta, come sia inutile adottare sanzioni contro la Russia, e che in Ucraina è necessario un «compromesso, sulla base del modello federale suggerito dallo stesso ministro Lavrov», anche se è convinto che la Russia, a lungo termine, sarà perdente (d’altronde un analista Usa non può dire diversamente).

Significativo anche l’accenno alla Siria: «È andata. Assad sta riconquistando l’asse di comunicazione tra Damasco e Aleppo, e si appresta a prevalere sul terreno, poi vincerà le elezioni». Opinione certo interessante, anche se è difficile immaginare che i tanti attori che ruotano attorno alla guerra siriana si rassegnino ad accettare senza reagire una eventuale vittoria di Assad.

 

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