5 Aprile 2019

Israele: la controversia del Golan e la Cisgiordania

di Andrea Filosa
Israele: la controversia del Golan e la Cisgiordania
Tempo di lettura: 3 minuti

Militari israeliani sulle alture del Golan

Il presidente degli Stati Uniti ha formalmente riconosciuto la sovranità di Israele sulle alture del Golan, dando un punto di svolta alla linea politica americana in Medio Oriente.

Per decenni le Nazioni Unite e gli USA hanno rifiutato di riconoscere l’annessione israeliana del Golan, considerato territorio occupato. L’ONU e le passate amministrazioni statunitensi prospettavano un negoziato tra Israele e Siria per ristabilire i confini tra i due Paesi.

Ma, la settimana scorsa, Donald Trump – in presenza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu –  ha firmato un decreto che legittima la sovranità del governo di Tel Aviv sulla regione conquistata ai siriani nel 1967, durante la guerra dei sei giorni.

Sebbene le condanne da parte dell’Onu e dell’Ue (e della Lega Araba) non si siano fatte attendere, il segretario di stato americano Mike Pompeo ha difeso la decisione di Washington, ribadendo che il Golan era stato occupato da Israele nel corso di una guerra difensiva.

Ora, siccome nel corso della guerra “difensiva” furono occupate anche la Cisgiordania e Gerusalemme Est, tale decreto – a detta della Reuters – potrebbe stroncare ogni speranza per una futura pace negoziata tra palestinesi e israeliani.

Israele e il riconoscimento USA

Difatti, il riconoscimento americano incoraggerebbe anche l’annessione di questi territori,  essenziali per la formazione dello stato palestinese e già obiettivo della destra israeliana.

Ed effettivamente Times of Israel riporta la dichiarazione di un alto funzionario israeliano secondo il quale la benedizione statunitense è un passo fondamentale per il mantenimento dei territori occupati, sebbene non menzioni direttamente la Cisgiordania.

Ma nonostante quest’ultima sia stata occupata da Israele nel corso di una guerra “difensiva”, il decreto statunitense non pone un principio generale applicabile dunque anche ai territori occupati.

Ciò è stato ribadito pubblicamente da Washington, che ha affermato come il riconoscimento di Trump fosse dovuto a “circostanze uniche” – nonché a necessità strategiche – per via degli “atti aggressivi degli iraniani e dei gruppi terroristici”, che dal sud della Siria potrebbero usare l’altipiano del Golan come “un potenziale terreno di lancio per gli attacchi contro Israele ” (il riferimento è a Hezbollah).

Situazione del tutto diversa dalla Cisgiordania, ma che non impedisce a tanti in Israele di reputare che la mossa di Trump possa diventare la base per un’annessione di quest’ultima. Cinquant’anni di colonizzazioni e la legge dello stato-nazione approvata l’anno scorso avrebbero già preparato il terreno.

Secondo un cronista di Haaretz, prospettare una futura annessione della West Bank potrebbe essere una strategia del Likud in vista delle elezioni parlamentari; queste dichiarazioni potrebbero segnare diversi punti a favore del partito di Netanyahu, dal momento che gli attirerebbe le simpatie degli elettori della nuova destra.

Ciò potrebbe aiutare Netanyahu, che con un’accusa di corruzione sulle spalle è impegnato in una dura lotta di potere contro il partito centrista di Benny Gantz.

Ma l’eventualità che l’annessione si realizzi veramente (nonostante i rischi che comporta nel rapporto con i palestinesi e il mondo arabo) non va sottovalutata.

Del resto, la Cisgiordania è sempre stata nel mirino della destra israeliana, e nonostante esista una cooperazione con le autorità palestinesi per il mantenimento della sicurezza, la già citata legge dello stato nazione potrebbe essere solo il principio di un inglobamento del territorio.

La questione sembra destinata a manifestarsi, in tutta la sua criticità (vedi anche Piccolenote), all’esito delle elezioni del 9 Aprile.

 

P.s. Opinionisti di Bloomberg pongono un parallelismo tra l’attuale questione del Golan e l’occupazione russa della Crimea avvenuta nel 2014: “entrambi i territori sono stati conquistati da paesi vicini (rispettivamente, Siria e Ucraina) usando la forza militare. Entrambi sono stati annessi per ragioni strategiche”. Il parallelismo è dibattuto anche da altri e altrove. Meritava una segnalazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

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