2 Dicembre 2016

Libia: Haftar a Mosca

Libia: Haftar a Mosca
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«Si fanno più stretti i rapporti fra il generale libico Khalifa Haftar, arrivato domenica scorsa a Mosca, e il Cremlino. Il capo militare, alla guida delle forze legate al parlamento di Tobruk, è arrivato nella capitale russa per una visita “ufficiale” ed è stato ricevuto dal capo della diplomazia russa Sergei Lavrov, il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e – secondo alcune fonti – dal consigliere per la Sicurezza nazionale Nikolai Patrushev». Così sul FattoQuotidiano del 1º dicembre.

 

L’incontro va visto nell’ambito delle iniziative diplomatiche di Haftar, che ha già dalla sua il sostegno dell’Egitto, degli Emirati Arabi Uniti e quello tacito della Francia.

 

Pare che a Mosca non si sia parlato di forniture di armi, stante che verso la Libia vige l’embargo che consente al solo governo di Tripoli, quello legittimato dall’Onu, di acquistare armamenti. E però se tale embargo decadesse, come ha affermato Haftar in un’intervista a un media russo, allora anche il suo esercito potrebbe giovarsi dell’aiuto militare di Mosca. Alla quale ha offerto anche la possibilità di partecipare al ripristino delle infrastrutture petrolifere.

 

Nota a margine. Quando si costituì in fretta e furia, tramite Onu, il governo Serraj a Tripoli, si pensava di aver risolto il complesso caos libico. Non è così, anche perché non si è cercato un compromesso con Haftar che rappresenta un potere locale che non può semplicemente esser annullato da una decisione dall’alto.

 

In Libia imperversano ancora i miliziani islamisti, e nulla si sa della fulgente campagna per liberare Sirte dall’Isis, pur iniziata con squilli di trombe dal presidente Obama. Città che quindi è ancora nelle mani del Califfato anche se nulla si dice e si scrive in proposito come non fosse un problema, mentre lo è. Eccome.

 

Haftar rappresenta a suo modo un argine a tale caos. E però viene ignorato, anzi trattato alla stregua di un nemico dal governo di Tripoli e dai suoi sponsor internazionali, anzitutto gli Stati Uniti. Ci vorrebbe un po’ più di lungimiranza, quella che sta dimostrando la Russia, che accogliendo Haftar a Mosca per la seconda volta, la prima l’estate scorsa, sta accrescendo la sua sfera di influenza nel mondo arabo. 

 

 

 

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