5 Novembre 2012

L'Occidente ha bisogno della Cina

L'Occidente ha bisogno della Cina
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un congresso del partito comunista cinese

«Martedì in America gli elettori decideranno sul filo di lana chi sarà il loro presidente per i prossimi quattro anni, giovedì in Cina comincerà a porte chiuse un congresso del Partito comunista che deve scegliere timonieri e rotte per i prossimi dieci anni: se un regista occulto avesse voluto accostare i due eventi politici che più di tutti plasmeranno il mondo di domani e contemporaneamente esaltarne le differenze, non avrebbe potuto fare di meglio». Questo l’inizio dell’editoriale del Corriere della Sera del 5 novembre firmato da Franco Venturini.

Prosegue l’editoriale: «Ma se tra martedì e giovedì Stati Uniti e Cina porteranno ai livelli più alti le loro diversità di cultura politica, esistono anche, tra Washington e Pechino, somiglianze e solidi legami. Come potrebbe essere diversamente tra la prima e la seconda economia del mondo, oltretutto in attesa di scambiarsi le posizioni tra una quindicina d’anni e forse anche prima? (…). Usa e Cina sono condannate, nel reciproco interesse, a convivere limitando le conseguenze dei contrasti; e possono, quando se ne presenta l’occasione, indossare le divise del tanto vanamente discusso G2».

Infine, dopo aver accennato alle necessarie riforme cui saranno chiamati i nuovi dirigenti cinesi,  per «adeguare la Cina al pianeta», Venturini conclude: «In fondo la sfida è ancora tutta qui, ed è doppia. L’Occidente ha pensato a lungo che comunismo e capitalismo non potessero coesistere a lungo, e ha atteso l’esplosione di un sistema che considerava impossibile. Oggi l’Occidente riconosce che il modello cinese ha funzionato, e prega che non esploda anche se i contrasti tra comunismo e capitalismo sono cresciuti. Martedì e giovedì, America e Cina tanto lontane e tanto vicine».

 

 

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