10 Giugno 2014

Oz: si può attendere in pace la venuta, o il ritorno, del Messia

Oz: si può attendere in pace la venuta, o il ritorno, del Messia
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«Ritengo che per circa un secolo il conflitto tra israeliani e palestinesi sia stato sostanzialmente una disputa di carattere immobiliare. Una lunga guerra fondata su una domanda: di chi è la proprietà di questa casa con la terra?». Così inizia un articolo di Amos Oz, Corriere della Sera del 9 giugno, a commento della preghiera che ha riunito in Vaticano il presidente israeliano Shimon Peres, il Presidente palestinese Abu Mazen, papa Francesco e il Patriarca ecumenico Bartolomeo I. «I fanatici di ogni parte», prosegue lo scrittore israeliano, «stanno tentando disperatamente di trasformare questa disputa immobiliare in un conflitto di religione». Che può risolversi, secondo Oz, con semplice ragionevolezza: «Quando ero bambino mia nonna mi spiegò in parole semplici dove sta la differenza tra un ebreo e un cristiano: “Vedi, piccino mio, i cristiani credono che il Messia sia già stato sulla Terra e che tornerà nel futuro. Noi ebrei crediamo invece che il Messia non sia ancora venuto e debba arrivare nel futuro”. “Su questa disputa – disse ancora la mia saggia nonna – non puoi immaginare quante persecuzioni, violenze, massacri e sangue siano stati versati nella storia. Perché mai non potremmo semplicemente attendere e vedere con i nostri occhi se il Messia, arrivando infine tra noi, dirà di essere felice di vederci per la prima volta, oppure di trovarci ancora?”. […] In buona sostanza, ritengo mia nonna avesse in tasca la soluzione per la questione dei Luoghi Santi di Gerusalemme. Lasciamo che ognuno preghi il suo Dio a modo suo. Facciamo in modo che non sventolino bandiere a segnare la proprietà dei Luoghi Santi. Alla fine, sarà il Messia a dirci di chi sono, dei cristiani, dei musulmani o degli ebrei».

 

Nota a margine. Bellissimo, nella sua semplicità il ricordo. In particolare quel saluto”felice” che il Messia indirizza a tutti i suoi figli al vederli o rivederli…

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