25 Novembre 2015

Parigi: l'uomo dell'Isis era stato "segnalato"

Parigi: l'uomo dell'Isis era stato "segnalato"
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«L’8 giugno scorso il Dipartimento di Stato americano segnalò alle autorità del Belgio la pericolosità di Abdelhamid Abaaoud, la “mente” della strage di Parigi.  L’allerta era preciso, forniva indicazioni sul suo ruolo all’interno dell’Isis. Ma soprattutto proveniva da una fonte certificata: il Fincen, la sezione specializzata nella prevenzione e investigazione dei crimini finanziari».

 

«Non risulta che Bruxelles abbia fatto nulla, tantomeno che abbia allertato i servizi segreti europei su quella nota. Anzi. Le verifiche sui movimenti di denaro riconducibili al leader dei fondamentalisti risultano effettuate soltanto dopo il massacro di venerdì 13 novembre». Inzia così un articolo di Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera del 25 novembre.

 

Nell’articolo si ribadisce l’affidabilità della fonte e la non genericità dell’allarme, tanto che oggi si possono ripercorrere, dopo gli accertamenti finanziari, tutti gli spostamenti di Abaaoud, il cui legame con l’Isis era noto. Ancora la Sarzanini: «Le autorità di Bruxelles evidentemente decidono di non intervenire, nonostante l’uomo fosse già stato identificato in precedenza. E, particolare ancor più strano, scelgono di non condividere le informazioni con i servizi segreti “collegati”».

 

Nota a margine. Troppe falle nei sistemi di sicurezza europei, ancora meno spiegabili dopo la strage di Charlie Hebdo e all’Hiper Cacher a Parigi, dove se ne erano registrate di analoghe e che avrebbero dovuto produrre un qualche allarme in quanti avevano il compito di vigilare.

 

 

La cosa bizzarra è che queste evidenti smagliature dei servizi segreti non hanno prodotto alcun cambiamento nei loro vertici né inchieste interne per verificare cosa sia effettivamente accaduto. Una iniziativa doverosa che, semplicemente, non è stata posta a tema. Una responsabilità che è soprattutto della politica, alla quale spetta il compito di governare i servizi. 

 

Invece il premier francese Manuel Valls (seguito a ruota da quello britannico David Cameron) continua a reiterare allarmi circa l’inevitabilità di altri attacchi. Se non verrà fatta chiarezza sulle incredibili defaillances degli apparati di sicurezza europei fin qui emerse, le parole di Valls, più che come un allarme, suonano come una profezia.

 

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