1 Giugno 2013

Stop all'austerity: la realtà incrina il rigore tedesco

Stop all'austerity: la realtà incrina il rigore tedesco
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La cancelliera tedesca Angela Merkel e Jens Weidmann, presidente della Bundesbank

In Europa la realtà comincia a sconfiggere il rigore tedesco: questo il titolo di un articolo a firma di Neil Unmack per la Reuters, apparso sulla Stampa del 30 maggio. Unmack spiega che «nell’Eurozona, la battaglia tra la crescita e l’austerity è giunta al termine», con l’austerity che «ha assunto un rilievo secondario […]. La Commissione europea, nelle sue raccomandazioni annuali in materia economica previste per mercoledì, segnalerà il rallentamento della stretta fiscale in tutta l’eurozona», che si collocherà «nel quadro di una manovra che già prevede due anni di tregua per le due economie della regione che stanno attraversando le maggiori difficoltà», ovvero quelle di Francia e Spagna. Un ammorbidimento, prosegue il giornalista, che rappresenta «un’inevitabile resa alla realtà dei fatti»: «Politiche estremamente restrittive possono funzionare soltanto se la pressione sul mercato e la tolleranza politica sono sufficienti. E in Europa, in questo momento, non è presente nessuno di questi fattori. Gli investitori si sono infatti molto rilassati dopo la promessa del presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, di essere pronto a fare tutto il possibile per salvare la moneta unica. E con una disoccupazione che ha raggiunto livelli record in tutti i Paesi della periferia e in Francia, gli elettori sono piuttosto avversi a un’ulteriore stretta fiscale». Un cambiamento di rotta, questo, «che sposterà il dibattito a un livello più sano».

 

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