13 Aprile 2024

Ucraina, per il New York Times la matematica la condanna

L'unica possibilità, per l'Ucraina, è aprire negoziati su una base realistica e abbandonare i miraggi neocon.
Ucraina, per il New York Times la matematica la condanna
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Nonostante sia palese che la guerra ucraina è persa, l’Occidente resta aggrappato ai dogmi neocon, incapace non solo di trovare, ma anche solo di pensare una exit strategy da una guerra disastrosa per Kiev e per l’Europa, che il conflitto sta degradando sia a livello economico che politico.

Quest’ultimo aspetto inquieta e interpella sia perché denota un asservimento della Politica europea ai circoli neocon, dipendenza mai registrata in tale misura in precedenza, sia perché evidenzia il degrado delle dinamiche democratiche, dal momento che l’opposizione alle linee guida neocon non ha alcuno spazio di legittimità.

Ironico che tale processo involutivo della democrazia, sempre più accentuato, sia alimentato dagli ambiti che sostengono che è in corso una lotta tra democrazia e autoritarismo…

Niente senza l’Ucraina?

Tra i dogmi irrevocabili della narrativa di guerra, quello che vuole che l’Occidente non debba prendere iniziative sui negoziati senza il placet ucraino, conferendo a Zelensky un ruolo di dominus assoluto, ruolo ovviamente solo di facciata essendo egli una marionetta dei neocon.

Al di là di tale circolo vizioso, resta che il dogma “nulla senza l’Ucraina” è stato criticato anche dal democratico Adam Smith, leader dei democratici all’Armed Services Committee della Camera.

In un’audizione, infatti, ha affermato: “Ho sentito più volte questa frase: ‘niente sull’Ucraina senza l’Ucraina’.[…] È una cosa ridicola da dire per qualsiasi diplomatico americano o persona coinvolta nella politica statunitense. Abbiamo partner in tutto il mondo e, certo, li ascoltiamo, ma quando paghiamo il conto, quando spendiamo così tanti soldi per loro, abbiamo voce in capitolo”.

Al di là della narrativa, e per stare agli sviluppi del conflitto, che vede le forze russe macinare inesorabilmente  le linee ucraine, è illuminante quanto scritto da un altro esponente politico americano, il repubblicano J.D. Vance, sul New York Times.

J.D. Vance: The Math on Ukraine Doesn’t Add Up

Vance irride quanti, da Biden in giù, affermano che la difesa dell’Ucraina è ostacolata dalla pattuglia di repubblicani che stanno bloccando gli aiuti a Kiev. “La sfida dell’Ucraina – scrive – non è il GOP; è la matematica. L’Ucraina ha bisogno di più soldati di quanti ne possa schierare, anche con politiche di coscrizione draconiane. E ha bisogno di più materiale [bellico] di quanto ne possano fornire gli Stati Uniti” (Responsible Statecraft).

Top House Dem blasts 'nothing about Ukraine without Ukraine'

La controversia sul pacchetto di aiuti non ha alcun fondamento, secondo Vance, perché “non è solo una questione di dollari. Fondamentalmente, non abbiamo la capacità di produrre la quantità di armi di cui l’Ucraina ha bisogno per vincere la guerra“.

Impossibile far fronte alla carenza di munizioni

Su tale aspetto, Vance fa un esempio eclatante: la produzione di proiettili per artiglieria da 155 mm, che si sono dimostrati essenziali in questa guerra. Lo scorso anno il ministro della Difesa ucraino ha affermato che ne servivano “quattro milioni l’anno, ma che avrebbero potuto utilizzarne fino a sette milioni” l’anno, se fossero arrivati.

Per far fronte alla richiesta, scrive Vance “abbiamo all’incirca raddoppiato la nostra produzione e ora possiamo produrne 360.000 l’anno, meno di un decimo di ciò di cui l’Ucraina dice di aver bisogno. L’obiettivo dell’amministrazione è portare la produzione a 1,2 milioni – il 30% del necessario – entro la fine del 2025. Ciò costerebbe caro ai contribuenti americani e avrebbe un esito spiacevolmente familiare: il fallimento”.

“[…] Proprio questa settimana, il comandante in capo delle forze americane in Europa ha detto che, senza un’ulteriore assistenza […], la Russia potrebbe presto avere un vantaggio in termini di artiglieria di 10 a 1 sull’Ucraina. Ciò che non è stato riportato sui titoli dei giornali è che il vantaggio attuale della Russia è almeno di 5 a 1, nonostante tutto il denaro che abbiamo investito nel conflitto. Nessuno di questi dati porta plausibilmente alla vittoria dell’Ucraina”.

Lo stesso per quanto riguarda i sistemi di difesa aerea Patriot. “Volodymyr Zelensky, e altri hanno detto che l’Ucraina ha bisogno di migliaia di Patriot all’anno. Ma c’è un problema: gli Stati Uniti ne producono solo 550 l’anno. Se approvassimo il pacchetto di aiuti supplementari attualmente all’esame del Congresso, potremmo forse aumentare la produzione annua a 650, ma si tratta comunque di meno di un terzo di ciò di cui l’Ucraina ha bisogno”. A ciò si può aggiungere che la Russia ha imparato come distruggerli, da cui l’ulteriore vacuità del dibattito.

Ukrainian Patriot Missile Unit Takes Heavy Losses in Iskander Precision Strike: Replenishments Unlikely

L’esercito ucraino scoraggiato e a corto di soldati

“Se tutto ciò suona stridente – continua Vance – la situazione della manodopera in Ucraina è ancora peggiore. Queste le nozioni base: la Russia ha quasi quattro volte la popolazione dell’Ucraina. L’Ucraina ha bisogno di oltre mezzo milione di nuove reclute, ma centinaia di migliaia di uomini in età da combattimento hanno già abbandonato il Paese”.

“L’età media dei soldati ucraini è di circa 43 anni e molti soldati stanno da due anni al fronte con poche, se non nessuna, possibilità di smettere di combattere. Dopo due anni di guerra alcuni villaggi sono rimasti quasi senza uomini. L’esercito ucraino è ricorso a una coscrizione” più ampia per far fronte alla carenza, ma ciò ha visto le donne organizzare “proteste per chiedere il ritorno dei loro mariti e dei padri dopo lunghi anni di servizio al fronte”.

“Molti a Washington pensano che centinaia di migliaia di giovani ucraini siano andati in guerra con entusiasmo e godono nell’etichettare le opinioni contrarie come propaganda russa. Ma i più importanti giornali pubblicati su entrambe le sponde dell’Atlantico riferiscono che la situazione sul terreno in Ucraina è tetra”. Nessuna canzone, solo cupa rassegnazione.

Tornare alla realtà

“Queste realtà matematiche basilari erano vere, ma contestabili, all’inizio della guerra. Erano evidenti e incontestabili un anno fa, quando la leadership americana organizzò, a stretto contatto con Zelensky, una controffensiva disastrosa. La cattiva notizia è che accettare la realtà bruta sarebbe stato molto utile la primavera scorsa, prima che gli ucraini lanciassero quella campagna militare estremamente costosa e infruttuosa”.

La buona notizia è che ora all’Ucraina non resta che tentare di difendersi e aprire i negoziati. Infatti, “impegnandosi in una strategia difensiva, l’Ucraina può preservare il suo prezioso personale militare, fermare l’emorragia e prendere tempo per avviare i negoziati. Ma ciò richiede che la leadership americana e quella ucraina accettino che l’obiettivo dichiarato di Zelensky – un ritorno ai confini del 1991 – è pura fantasia”.

“La Casa Bianca ha ripetutamente affermato di non poter negoziare con il presidente russo Vladimir Putin. Ciò è assurdo. L’amministrazione Biden non ha un piano realistico per guidare gli ucraini alla vittoria. Prima gli americani affronteranno questa verità, prima potremo risolvere questo pasticcio e lavorare per la pace”. Brutale quanto realistico.

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