10 Novembre 2025

Ucraina: le inchieste sui leader, il disastro incombente, le diserzioni

di Davide Malacaria
Ucraina: le inchieste sui leader, il disastro incombente, le diserzioni
Tempo di lettura: 4 minuti

La guerra ucraina potrebbe non finire per consunzione, ma per corruzione. Più un auspicio che altro, che però discende da un fatto dirompente: l’inchiesta che sta agitando i vertici della leadership ucraina e che lambisce lo stesso Zelensky e che, se non sarà insabbiata, potrebbe dar luogo a sviluppi imprevedibili.

Si tratta di una delle tante inchieste per corruzione che in questi anni hanno posto fine a carriere e ristretto politici, funzionari e militari nelle patrie galere, ma che stavolta interessa “Timur Mindich, stretto collaboratore del presidente, descritto dai media come il supervisore per le politiche energetiche di Volodymyr Zelensky”.

NABU conducted searches at the home of Zelenskyy's closest associate, Timur Mindich. What is known?

Ne riferisce Strana raccontando l’inchiesta della NABU, l’ufficio preposto alla corruttela poilitica, che finora è corsa sottotraccia e che Zelensky aveva tentato di insabbiare ponendo la NABU sotto la sua giurisdizione e fallendo nel tentativo. Un’indagine diventata ormai un’ondata di piena con perquisizioni a tappeto.

Anche se l’indagato eccellente, Mindich, ha avuto il tempo di rifugiarsi all’estero, gli inquirenti, come comunicato della SABU, hanno nelle loro mani “1.000 ore di registrazioni audio” accumulate in “15 mesi di lavoro”. Non è azzardato immaginare che nelle intercettazioni vi siano anche le conversazioni tra Mindich e il presidente.

Un altro fronte di fibrillazione per la leadership ucraina riguarda il sabotaggio del Nord Stream 2. Il Wall Street Journal riferisce i risultati dell’inchiesta tedesca, secondo la quale l’ordine fu dato da Zelensky e portato a segno da Valeriy Zaluzhny, allora comandante dell’esercito di Kiev, il quale avrebbe disobbedito alla Cia che aveva posto il veto.

The Nord Stream Investigation That’s Splintering Europe Over Ukraine

Al di là dell’intento manifesto di scagionare l’America da un attentato contro l’infrastruttura dell’alleato teutonico, è probabilmente vero che la Cia, o parte del potere Usa di allora, si opposero, com’è plausibile che Zaluzhny abbia agevolato l’operazione segreta condotta dalla Nato su supervisione di liberal-neocon Usa e Gran Bretagna (gli ucraini non hanno le capacità per fare tale operazione).

Resta che è importante che dagli Usa si voglia compromettere Zaluzhny in questa vicenda, a cui certo non è estraneo, perché i fautori della guerra infinita accarezzano l’idea di sostituire Zelensky con lui. Infatti, se vero, come scrive il WSJ, che l’esito dell’inchiesta potrebbe alienare parte delle simpatie dell’Occidente da Kiev, ne soffrirebbe anche l’ex generale e attuale ambasciatore ucraino a Londra.

Così le due inchieste potrebbero travolgere entrambi i duellanti e forse portare sugli scudi  qualcuno più consono alle aspettative dell’attuale amministrazione Usa, la quale ritiene di aver incassato abbastanza dal conflitto – sia in termini economici (guadagni astronomici dell’apparato militar industriale) sia in termini geopolitici (la sudditanza della Ue agli Usa) – e che proseguirlo mette a rischio il lucro conseguito, dal momento che il destino manifesto della guerra è la sconfitta strategica dell’Occidente.

Di tale esito scrive Ted Snider su Antiwar che spiega come la nebbia narrativa su quanto sta accadendo a Pokrovsk impedisce di vedere la portata del disastro che incombe su Kiev. Ormai i russi controllano l’80% della città e le estremità delle tenaglie “si stanno progressivamente stringendo intorno a Pokrovsk e ora sono distanti solo un chilometro, un varco difficile e pericoloso da attraversare anche per i migliori paracadutisti ucraini”.

“Sebbene l’Ucraina continui a negare l’accerchiamento incombente, ammettendo solo che la situazione è ‘difficile’, la narrazione non cambierà la realtà sul campo di battaglia. L’Euromaidan Press ucraino afferma che Pokrovsk ‘rischia di diventare un cimitero per i migliori soldati ucraini’. Il Kyiv Independent ritiene che ‘salvare la città dalla caduta a breve sembra un compito arduo e probabilmente impossibile'”.

What we know now about the 'encirclement' of Ukraine's Pokrovsk

Inutile soffermarsi poi sulle esagerazioni riguardo le asserite perdite dei russi, ormai usuali insieme alla minimizzazione delle perdite ucraine, più interessente il proseguo dell’articolo, che demolisce le analisi dei media sull’insignificanza della perdita della città.

Infatti, “la perdita di Pokrovsk – scrive Snider – significa non solo la perdita di un nodo strategico fondamentale per l’approvvigionamento delle forze ucraine a Est, ma anche la possibile perdita del controllo della linea difensiva ucraina delle fortificazioni collegate di Donetsk”.

Inoltre, i media occidentali, concentrandosi esclusivamente su Pokrovsk, trascurano “il quadro più ampio: le forze armate russe sono entrate o hanno parzialmente circondato diverse città di Donetsk, minacciando un accerchiamento più ampio dell’area”.

Inoltre, i media eludono il fatto che “le forze armate ucraine non sono state in grado di lanciare nessuna offensiva nel 2025. Queste due realtà del teatro di guerra si combinano per creare un contesto più ampio, ancora più allarmante. Tutto ciò, infatti, suggerisce che la guerra di logoramento russa ha esaurito le truppe ucraine al punto che non sono più in grado né di attaccare né di difendersi”.

A rivelare che la situazione è “disperata” anche l’incremento della diserzione. Per ovviare al fuggi fuggi sempre più massivo “l’Ucraina ha fatto ricorso alla mobilitazione forzata: gli uomini sono rapiti, spesso in modalità aggressiva, contro la loro volontà e portati nei centri di reclutamento per poi essere condotti sul campo di battaglia con pochissimo addestramento”.

Una volta al fronte, però, disertano a frotte: “Sebbene sia stato poco riportato dai media mainstream, solo nei primi mesi del 2025 più di 110.000 soldati ucraini hanno disertato, cioè circa il 20% delle forze armate. Dall’inizio della guerra il numero delle diserzioni potrebbe aver raggiunto le 200.000 unità e peggiora di mese in mese”.

“I media occidentali – conclude Snider – appaiono complici nel rilanciare il messaggio fuorviante di Kiev, teso a mantenere alto il morale e il flusso di armi occidentali. Ma, sebbene la narrazione possa essere abbastanza forte da trarre in inganno l’opinione pubblica che si fida dei giornali, non è abbastanza forte da alterare la realtà. L’Ucraina sta ricorrendo a misure più disperate nel tentativo di affrontare la situazione disastrosa del teatro di guerra, nel quale non ha più abbastanza uomini per passare all’offensivao difendersi e con i soldati che disertano con la stessa rapidità con la quale vengono uccisi”. Urgono quei negoziati che il partito della guerra sta sabotando dall’aprile del 2022 (vedi Foreign Affairs).

 

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