Il Papa, gli Usa e i bambini
Tempo di lettura: 2 minutiIn una nota successiva torneremo sulla visita di Francesco negli Stati Uniti d’America, anche se la comunicazione a distesa di tale viaggio da parte dei media ce ne toglie un po’ la voglia, ché sembra inane aggiungere altro al tanto già scritto. Vedremo, del caso qualche cenno più in là.
In questa sede piace riportare il saluto che ha rivolto alla folla che si era assiepata davanti al Congresso. L’ha voluta salutare dal terrazzo, a braccio, dopo aver parlato ai politici della nazione più potente del mondo: «Buongiorno a tutti voi! Vi ringrazio per la vostra accoglienza e la vostra presenza. Ringrazio i personaggi più importanti che ci sono qui: i bambini. Voglio chiedere a Dio che li benedica! Signore, Padre di tutti noi, benedici questo popolo, benedici ciascuno di loro, benedici le loro famiglie, dona loro ciò di cui hanno maggiormente bisogno. E vi prego, per piacere, di pregare per me. E se tra voi c’è qualcuno che non è credente, o non può pregare, vi chiedo – per favore – di augurarmi cose buone. Grazie di cuore. E Dio benedica l’America!
».
Il neretto è nostro e sottolinea il passaggio che ci sembra più significativo. Non è ironia quella del Papa (ma l’ironia di Dio). Né una delegittimazione dei membri dell’assemblea dell’Impero ai quali aveva appena parlato nel chiuso del loro Congresso. Solo la constatazione di una realtà nuova, quella che nel Vangelo ci ha insegnato Gesù. Lui che l’ha detto ai suoi apostoli. Che i bambini sono tanto importanti che se non si torna come loro, per grazia divina, non si può entrare nel Suo Paradiso.
I bambini, che i «loro angeli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Loro che sono più importanti di quanti si credono, e agli occhi del mondo paiono, tanto importanti.
Tale è predilezione del Signore, la legge della predilezione del Signore, che dona la sua grazia ai piccoli per farne partecipe anche chi si crede grande. Agli inermi per parteciparla a chi si crede potente. Questa la logica, la legge eterna, la dinamica segreta della grazia di Dio accennata da un terrazzo americano da un papa venuto quasi dalla fine del mondo.