24 Dicembre 2013

Notes, 24 dicembre 2013

Tempo di lettura: 2 minuti

Natale. Un Essere nuovo entra nel mondo, il mondo del Dio vero. Un Essere nuovo in tutto il profilo del mondo, in quel luogo, fiorì.

Tutto viene da Lui, ma qui la novità di una vita predomina […]. Qui è il presentimento di una cosa nuova che infervora, e tutto tende a fare diventare concreto. E proprio per questo suscita una grande devozione. Come grazia divina, in tempi stabiliti, il Figlio di Dio è diventato un bambino nella storia umana, si è appropriato di canoni e formule di un’esistenza.
Nel ricordo e nella memoria di quel Fatto, la testimonianza del Figlio di Dio emerge sempre più forte e l’impotenza del male diventa la figura dominante di tutta la storia. E il popolo di Jahvè sorge a investire il mondo. Così, per ogni giorno di vita, nelle mani del popolo cristiano resta la scommessa del potere di Dio nel tempo, e la preghiera alla Madonna che si realizzi in ogni circostanza».

 

Era il Natale del 2004 quando don Luigi Giussani consegnava questa meditazione al Tg2. Ricordo ancora la commozione di don Giacomo Tantardini a quel verbo usato da don Giussani, quel “fiorì” nel quale sta tutto il cristianesimo. Che in fondo tutto il dibattito dentro la Chiesa, al di là dello Ior e delle riforme pure importanti, sta tutto qui: se quel verbo eterno resta un verbo, un’idea eterna che non accade mai, che necessita delle speculazioni e delle dottrine e delle spiegazioni degli uomini, oppure se quel verbo è fiorito nella storia del mondo, è nato da una vergine chiamata Maria e deve essere solo guardato, adorato, con stupore bambino. Come suggerisce anche l’articolo sul Presepe pubblicato nella rubrica Come in Cielo… 

Come in cielo, appunto, così in terra: è il Natale del Signore.

 

Felice Natale a tutti, ci si rivede il 27.

Notes
20 Dicembre 2022
Notes per il 31 dicembre
Notes
2 Novembre 2019
Del ritornare