30 Settembre 2017

Un Notes per Luciani

Un Notes per Luciani
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Il 28 settembre, anniversario della morte di papa Luciani. Riportiamo due frasi:

Udienza generale del 27 settembre 1978: «L’amore a Dio è anche viaggio misterioso: io non parto cioè, se Dio non prende prima l’iniziativa. “Nessuno – ha detto Gesù – può venire a me, se non lo attira il Padre”. Si chiedeva sant’Agostino: ma, allora, la libertà umana? Dio, però, che ha voluto e costruito questa libertà, sa Lui come rispettarla, pur portando i cuori al punto da Lui inteso: «parum est voluntate, etiam voluptate traheris». Dio non soltanto ti attira in modo che tu stesso voglia, ma perfino in modo che tu gusti di essere attirato».

Da un’omelia (ancora vescovo): «La speranza è il sorriso della vita cristiana. La speranza vuol dire aspettare. Noi cristiani siamo gente che aspettiamo qualche cosa di bello, qualche cosa di straordinario dal Signore…».

Bellissima la prima, che accenna in modo mirabile a un tema tanto caro al cuore di don Giacomo Tantardini, e tante volte ribadito nelle sue catechesi e nelle omelie, ovvero la precedenza della grazia sull’agire umano. «Io non parto se Dio non prende prima l’iniziativa» è fondamento della meccanica cristiana. Non si parte prima, non si precede, si segue, come da invito di Gesù ai suoi.

Allo stesso modo, tutto il dramma cristiano si consuma su questo punto: l’uomo non riesce a restare in questa povera, umile, attesa.

Non solo il peccato, dove è evidente che non si segue Gesù. Ma anche il cammino cristiano, che può diventare, e tanto spesso diventa, un percorso immaginato da noi (o da altri per noi). Non si segue la Via, ovvero Gesù, la si vuole intraprendere. Di affannoso errare.

Così è tanto bella la seconda frase di papa Giovanni Paolo I, dove la mirabile definizione di speranza sottende tale povertà: «Noi cristiani siamo gente che aspettiamo». Di felice, facile, abbandono.

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