23 Novembre 2017

Un Notes per i depredati del mondo

Un Notes per i depredati del mondo
Tempo di lettura: 2 minuti

Me lo hanno mandato da Rete pace per il Congo, un organismo che da anni si batte per quel lontano Paese, a lungo tormentato da guerre crudeli per predarne le ricchezze sotterranee.

È un documentario di Nemo, una trasmissione televisiva che fa ancora del giornalismo. E racconta le miniere della Repubblica democratica del Congo, quelle dove gente perduta scava coltan per arricchire le multinazionali. Quelle che fanno telefoni e computer. E tanto d’altro.

Per me un tuffo al cuore, ché in quei luoghi distanti, dove si produce la segreta ricchezza del mondo in cambio di fame e miseria, e celata oppressione, sono stato per un lungo reportage.

Così che quei visi che scorrono sul video, adulti e bambini, hanno un’aria di famiglia. Un po’ mi appartengono, o almeno appartengono a una parte di cuore, quella che ho lasciato a Goma e a Bukavu e nei luoghi d’intorno.

Si diceva delle multinazionali. Sono queste il segreto motore di quel lontano predare, di conflitti infiniti che hanno ucciso a milioni nel cuore di tenebra. Non hanno volto le multinazionali, non un indirizzo preciso. Sono multinazionali, appunto, così che nessuno può dare un nome e cognome a quel muto assassinio quotidiano.

Certo, si potrebbe investigare. Vedere a chi sono intestate le fatture delle aziende che vendono e producono cellulari e computer per poi risalire via via la catena. Ma non si fa. Perché così gira il mondo. Così quel lontano dolore rimane muto atto d’accusa contro quel mondo che continua a girare. Che poi è il nostro mondo.

Ma non voglio tediare i lettori e mi limito a rimandare a quel video. Grato a chi me l’ha girato, che un destino felice mi ha fatto incontrare nel cuore di tenebra quando ancora la guerra ruggiva feroce (anche se ancora lontana è la pace…).

E grato a quei volti che quel video dipana; ché annidata in quella pena infinita hanno qualcosa che rimanda ad Altro. A quella predilezione che il Signore riserva ai suoi miseri. «Beati gli afflitti, perché saranno consolati» è parola irrevocabile di Gesù.

Per vedere il reportage di Nemo, cliccare qui.

 

Ps: per la cronaca (nera): sono «più di otto milioni le persone trucidate in Congo dal 1998 ad oggi». Prendo il dato da un articolo del sito altervista. Era l’agosto del 2013 quando veniva postato l’articolo… Oggi bisognerebbe aggiornare quel calcolo, ma basta a dare la misura dell’orrore.

Per il reportage fatto allora dal Congo, cliccare qui.

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