17 Agosto 2020

Gli Usa e l'ipocrisia dell'internet pulito

Gli Usa e l'ipocrisia dell'internet pulito
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The Intercept polemizza con la battaglia intrapresa dagli Stati Uniti contro le aziende tecnologiche cinesi. Più che significativo il titolo: “La sporca ipocrisia dell’Internet americano ‘pulito’ senza la Cina”.

Così il sottotitolo: “L’amministrazione Trump vuole impedire ad altri paesi di utilizzare la tecnologia come un’arma, cosa che hanno già fatto da tempo gli Stati Uniti e i suoi alleati”.

E così nel testo: “Come può una rete blandita per decenni dalle agenzie di spionaggio americane essere considerata pulita? La determinazione degli Stati Uniti nel condannare ‘le app [che] minacciano la nostra privacy, propagano virus e diffondono propaganda e disinformazione’ è semplicemente troppo sbalorditiva per essere ridicola. Senza eccezioni, gli Stati Uniti sono impegnati in tutte queste pratiche e violano tutte queste norme”.

Nel testo i vari modi con cui le Agenzie di spionaggio americane controllano, tramite internet, i cittadini, 24 ore su 24, sia direttamente, sia indirettamente, cioè tramite aziende private che devono trasmettere i dati raccolti alle agenzie di cui sopra, prassi cui devono sottostare e per la quale hanno obbligo di segretezza, pena la reclusione (e su queste cose non si scherza: è carcere sicuro e duro, come mette in evidenza la persecuzione contro Snowden e Assange). Per chi vuole, rimandiamo alla lettura del testo integrale (cliccare qui).

Una nota a margine. L’articolo critica ovviamente la Cina per il suo regime dispotico etc. Né si può far diversamente da due anni, nonostante tale “regime” fosse tale anche tre anni fa, come anche dieci anni fa. Allora, però, non era un terribile regime comunista, era la Cina e basta.

D’altronde a Pechino era stato chiesto di comprare il debito americano e produceva ricchezza in nome e per conto degli Stati Uniti e dell’Occidente tutto, il quale, solo per fare un esempio, si è salvato dalla crisi del 2008 solo grazie a Pechino.

Ora è diverso, dato che produce ricchezza per se stessa e per il suo popolo. E ciò è inaccettabile. Così la Terra di mezzo è caduta in disgrazia nelle narrazioni ed è identificata come “regime”. Tant’é.

Per quanto riguarda la rete, invece, va pur considerato che la Cina, al di di là delle sue asserite o reali storture, rappresenta l’unica alternativa al Grande Fratello.

E va considerato anche che forse avere due Grandi Fratelli, e in antagonismo tra loro, è meglio che averne uno solo. Come per tutti i poteri, il monopolio assoluto è foriero di tragedie.

PaginaDue
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