9 Marzo 2018

Corea del Nord: l'apertura e il sì di Trump

La Corea del Nord apre agli Usa. Nella foto delegati del Sud e del Nord si stringono la mano
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Donald Trump incontrerà il presidente della Corea del Nord. È svolta, dopo tante criticità. Kim Jong-un ha inviato una missiva al suo omologo statunitense tramite alcuni delegati della Corea del Sud con i quali ha tenuto colloqui riservati.

Una lettera nella quale si è detto pronto al dialogo con Washington. Non una disponibilità generica: si è impegnato infatti a sospendere i test missilistici e a iniziare un percorso verso la de-nuclearizzazione.

Il presidente americano ha accettato l’invito: si vedranno a maggio, salvo imprevisti.

Tante sono state, e sono, le forze ostative a un appeasement  tra i due Paesi. In particolare la spinta di alcuni ambiti che hanno usato della crisi nordcoreana in chiave anti-cinese.

La destabilizzazione dell’area infatti è evidente fattore di contrasto alle prospettive di sviluppo del Dragone.

Tanti i fattori che spingono invece per la risoluzione della crisi, prospettiva che ha iniziato a delinearsi con la pax olimpica fiorita durante i Giochi di Seul (Piccolenote).

Perché la svolta

Di certo ha avuto un peso la presidenza di Moon Jae-in nella Corea del Sud, da sempre propenso a una riconciliazione con i vicini. Ma peso non trascurabile ha avuto anche la stabilizzazione momentaneamente definitiva della Cina con la presidenza a vita di Xi Jinping (Piccolenote).

Infine, fattore non secondario della svolta è la necessità di Trump di ottenere un successo diplomatico da sventolare sotto il naso dei suoi nemici.

E l’eventuale riconciliazione con la Corea del Nord sarebbe un successo di alto livello.

Significativo che la svolta arrivi proprio mentre Trump alza i dazi sull’acciaio, innescando una guerra commerciale con la Cina.

Tre considerazioni. La guerra dei dazi apre una fase altra del confronto Cina-Stati Uniti: non più confinato allo stretto ambito militare, il contrasto va a situarsi anche sul piano prettamente economico-commerciale. La minore importanza accordata al primo livello consente a Trump di fare passi impossibili in precedenza.

La seconda. Proprio la guerra dei dazi aiuta Trump ad aprire alla Corea del Nord. Tale svolta, infatti, non verrà percepita come un cedimento al Dragone.

Terza. La vicenda del nucleare nordcoreano non può non richiamare un’altra criticità atomica: quella riguardante l’accordo nucleare stipulato con Teheran.

Il nucleare della Corea del Nord e quello di Teheran

Un’intesa che accende controversie, quest’ultima. La Casa Bianca tergiversa: Trump ha dispensato proclami di fuoco su una possibile revoca.

Una spinta conseguenziale anche alle pressioni di Israele (in realtà del governo Netanyahu), che lo vede come una pericolosa concessione a Teheran.

Tale controversia sta allarmando altri Paesi d’Occidente (Gran Bretagna, Francia, Germania), che invece vorrebbero conservarlo.

Non solo per i vantaggi commerciali che può consegnargli, ma anche perché temono che il suo decadimento possa innescare altre e più globali crisi mediorientali.

Un compromesso possibile sta nella sua ri-negoziazione. Tentativo nel quale si sta spendendo Emmanuel Macron.

Un eventuale accordo Washington – Pyongyang potrebbe favorire una svolta anche sul trattato iraniano. Particolare che conferisce alla vicenda coreana una prospettiva ancora più alta.

Svolta a rischio imprevisti. Nelle ultime settimane non sono mancati incidenti di percorso sulla via di una possibile riconciliazione tra Usa e Corea del Nord.

A fine febbraio è filtrata la notizia che Pyongyang avrebbe fornito armi chimiche ad Assad.

E due giorni fa Heather Nauert, portavoce del Dipartimento di Stato Usa consegnata al verbo neocon, ha avuto parole durissime contro Kim Jong-un, accusato apertamente di aver assassinato il fratellastro in esilio con il gas nervino.

Due evidenti forzature che hanno appunto posto criticità alla mission riconciliativa. Non saranno le uniche. Futuro ancora da scrivere, dunque. Ma quanto accaduto ieri  va egualmente registrato con grata speranza.

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