Nucleare, storico accordo con l'Iran Obama: diamo una chance alla pace
Tempo di lettura: 2 minutiL’Iran s’impegna a non portare la soglia di arricchimento dell’uranio oltre il 5% (soglia critica, oltre la quale potrebbe essere usata a scopi militari) e a neutralizzare quello già arricchito al 20%, oltre ad acconsentire agli ispettori dell’Agenzia atomica internazionale una piena trasparenza. Dal canto loro il Gruppo dei Cinque + 1 si limitano ad ammorbidire le sanzioni, sbloccando una cifra irrisoria congelata finora nelle banche occidentali: 7 miliardi di dollari più o meno. L’accordo sul nucleare iraniano è provvisorio, da rivedere tra sei mesi. Insomma, sembrerebbe un accordo di bassa lega, un compromesso al ribasso. E invece è tutt’altro e ha portata storica.
Tanto che Obama ha dato l’annuncio alle Tv, interrompendo la normale programmazione. Toni duri, ovviamente, dal momento che non deve concedere spazio alle critiche della destra che da tempo contestano i negoziati. Come duri sono stati i toni usati dal presidente iraniano, che ha reso omaggio agli scienziati nucleari del suo Paese, tra i quali «alcuni sono caduti martiri del terrorismo» (riferimento all’assassinio di alcuni scienziati ad opera, presumono gli analisti internazionali, dell’intelligence israeliana). D’altronde anche Rohani ha i suoi nemici da marcare a vista: i pasdaran della rivoluzione e la destra religiosa, contrari ad ogni concessione all’Occidente. Ma può contare sull’appoggio del leader spirituale degli sciiti: l’imam Khamenei si è congratulato con il suo presidente.
Si arrabbia, come era presumibile, il premier israeliano Bibi Netanyahu, e ribadisce che si tratta di un «errore storico», e si dice pronto ad attaccare l’Iran, cosa alquanto improbabile ma non impossibile. Ma per fortuna Israele non è un monolite. Il presidente Shimon Peres ha dichiarato: «Il successo o il fallimento della trattativa saranno giudicati dai risultati, non dalle parole […]. Vorrei dire al popolo iraniano: voi non siete nostri nemici e noi non siamo i vostri. C’è la possibilità di risolvere la questione diplomaticamente. È nelle vostre mani. Rifiutate il terrorismo. Arrestate il programma nucleare. Bloccate lo sviluppo di missili a lungo raggio. Israele, come altri Paesi nella comunità internazionale preferisce la soluzione diplomatica».
Di certo l’accordo troverà contrasti. Ma quanto accaduto a Ginevra indebolisce il fronte del no. Todo cambia.