21 Marzo 2013

El Greco, Il Commiato di Gesù da Maria

El Greco, Il Commiato di Gesù da Maria
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Questo quadro è una vera sorpresa. Era sconosciuto sino a quando lo scorso anno è stato presentato nell’ambito di una stupenda mostra dedicata all’influsso che El Greco ha avuto sulla pittura del ‘900. La mostra si era tenuta a Düsseldorf e annoverava un gruppo importantissimo di opere dell’artista nato a Creta ma poi “spagnolizzatosi” a tutti gli effetti. Tra le opere c’era anche questa tela, dipinta tra 1578 e 1580, oggi di proprietà privata, che con ogni probabilità proviene dalla chiesa di San Vicente di Toledo.

Il soggetto rappresenta una circostanza che non è annoverata nei vangeli: si immagina il congedo di Cristo dalla Madre a Nazareth prima di trasferirsi a Gerusalemme per la Passione. È un soggetto meno raro di quanto si pensi, perché importanti artisti vi si sono cimentati, da Lotto a Correggio in Italia, da Robert Campin a Gerard David nel nord Europa (sul tema c’è anche un disegno dell’ultimo Michelangelo). Ma El Greco in questa tela (immaginatela di circa un metro di base) cambia completamente le regole dell’iconografia. In genere la scena viene rappresentata all’interno della casa di Maria, al cospetto di altri discepoli. E la Madonna viene raffigurata in atto di svenire alla notizia di ciò che attendeva suo figlio. El Greco invece si discosta completamente da quei modelli, sia nelle forme, sia nel tenore psicologico. La scena infatti è ambientata in uno spazio aperto, sotto un cielo vasto e ininterrotto. Le luci sono tese e intense, come se tutto quel cielo fosse pervaso da un sole che illumina Cristo da sinistra e nello stesso tempo la Madonna da destra. È un quadro, come sempre accade a El Greco, ad alta temperatura, con la pittura che sembra ardere di inquietudine. Ma in questa tela accade qualcosa di inatteso: c’è un tono pacificato nel dialogo tra Gesù e sua madre, esito di un’intesa che non ha bisogno di parole. C’è una complicità che riempie di un’imprevista serenità lo sguardo di questa giovane Maria. Gesù, con un nimbo a forma di croce che ne circoscrive il volto, indica con la mano una direzione, un cammino. Maria lo guarda e lo segue, con un accento al fondo contento. Come può essere? Come si spiega un tono tanto sereno, visto quel che sta per accadere? L’azzurro intenso e vasto del cielo, combinato a questa evidenza di un’intesa profonda che lega la Madonna al figlio, rimanda a una parola ultima che non può essere certamente una parola di morte. In breve: c’è in questa tela un qualcosa che non saprei come definire, se non certezza di Paradiso.

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