21 Febbraio 2018

Gaetano Previati, La via al Calvario

Gaetano Previati, La via al Calvario
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«Anche lei era salita, salita. / Nella confusione, un po’ indietro. / Salita al Golgota. Sul Golgota. Sulla cima. Fino alla cima. /Dove lui adesso era crocifisso». Sono versi dal Mistero della carità di Giovanna d’Arco di Charles Péguy. Versi che potrebbero essere usati come didascalia di questa tela di Gaetano Previati, La via al Calvario, che è stata da poco donata al Museo Diocesano di Milano, intitolato a Carlo Maria Martini.

È un soggetto insolito quello scelto da Previati: è come se si fosse messo nelle retrovie della Via Crucis là dove le donne, facendo compagnia a Maria, salgono al Golgota. Maria saliva «scortata, circondata da queste poche donne/da queste poche sante donne», scriveva Péguy.

Camminano piegate in avanti, perché così si fa quando si sale («le sue gambe la portavano senza neanche accorgersene»). Ma è un piegarsi che è anche contrazione per il troppo dolore («Lei piangeva come mai sarà dato/come mai sarà chiesto/a una donna di piangere sulla terra»).

Le donne procedono insieme, quasi legate l’una all’altra, per un qualcosa di implicito che le mette su un uguale cammino: e quel loro farsi compagnia ha un qualcosa di umanamente consolante. Camminano e si lasciano alle spalle, in basso, la città di Gerusalemme.

Sono nell’ombra, un’ombra anche cupa. Ma, dietro di loro, la luce dell’ultimo sole si accende di un’intensità imprevista e quasi premonitrice. Previati dal canto suo non sta a guardare. La sua pittura, sottile e filamentosa, sembra pure lei piegarsi e seguire quel cammino. È pittura partecipe.

Previati dipinge quasi per osmosi, tant’è vero che la singolarità di quei tratti sottili finisce sempre con il confluire dentro un insieme. I tratti si legano l’un l’altro, proprio come le povere donne si legano a Maria: è una pittura che s’impasta e che si fa tutt’uno con la vicenda che è chiamata a rappresentare.

Come dicevamo, siamo nelle retrovie del corteo che accompagna Gesù al Golgota, che probabilmente è là avanti, oltre la curva.

Maria, a riflettori spenti, sale. O meglio segue salendo. Segue Colui che sta là davanti, e con lei lo seguono le donne. «Seguiva, piangeva e non capiva molto bene», conferma Péguy. Non c’è bisogno di capire per seguire…

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