4 Aprile 2014

Shauble, i neonazisti ucraini e quelli greci

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Putin in Crimea ha usato gli stessi metodi di Hitler con i Sudeti. L’analogia tra il Führer tedesco e lo zar russo è di Wolfgang Scähuble, esposta durante un incontro con degli studenti tedeschi tenuto il 31 marzo. In realtà il ministro delle Finanze teutonico ha peccato di mancanza di originalità, in quanto il primo ad avventurarsi in questo paragone ad effetto con riguardo alla crisi Ucraina era stato l’ex consulente per la sicurezza nazionale Usa Zbigniew Brzezinski. Insomma, Scähuble ha ripetuto semplicemente il concetto espresso da colui che ispirò la cosiddetta dottrina Brzezinski, formulata in anni lontani, che prevedeva il distacco dell’Ucraina dall’area di influenza russa per fare di quest’ultima una potenza asiatica. Più o meno quello che sembra stia  succedendo grazie al colpo di Stato, o rivoluzione, di Piazza Maidan. Al di là della mancanza di originalità e delle reazioni non entusiastiche che ha suscitato la frase (in particolare da parte della Cancelliera Angela Merkel che ha preso le distanze dal suo ministro), vuol dire che la tesi esposta da Brezinski ha avuto un discreto successo di pubblico tra i politici occidentali. Poco importa che questi paragoni con Hitler tornano con insistenza ripetitiva e ossessiva allorché l’ambito neocon, dal quale in realtà Brzezinski un tempo aveva preso le distanze, individua il cattivo di turno: Hitler fu Saddam al tempo della guerra in Iraq; fu Gheddafi, al tempo della guerra libica; lo è Assad in tempi più recenti.

L’identificazione del nemico come il male assoluto, Hitler rappresenta appunto questo, aiuta a semplificare la complessità e a togliere al nemico ogni giustificazione alle proprie parole e azioni.

Certo, il fatto che il paragone venga da un politico tedesco è un tantino più nuovo, ma va bene così. Resta che Hitler semmai è l’idolo dei neonazisti ucraini che si sono resi protagonisti in piazza Maidan, grazie al sostegno e ai finanziamenti degli Stati Uniti e dell’Europa (e dalla stessa Germania di cui Schauble è rappresentante). E che ora, grazie ai servigi resi, ricoprono importanti cariche nell’attuale governo, oltre che essere il nucleo portante della guardia nazionale al servizio dei nuovi padroni di Kiev. Ma tant’è.

La gaffe dà modo di poter accennare a un’altra incongruenza: in questi giorni, e in tutta fretta, Usa, Europa e soprattutto il Fondo monetario internazionale si sono dati da fare per finanziare le esangui casse di Kiev. Una trentina di miliardi di dollari sono stati stanziati in pochi giorni. Un’altra nazione europea, la Grecia, ha avuto bisogno di aiuto in questi ultimi anni. Ma si può agilmente ricordare il tragico balletto con il quale le istituzioni europee e internazionali, in particolare il Fmi, hanno accolto l’appello delle autorità locali sull’orlo di una crisi di nervi a causa di una situazione economica e finanziaria che ha sprofondato il Paese nell’abisso della miseria. Mesi, anni di stenti, prima che da queste istituzioni giungesse un qualche aiuto. Un’elemosina elargita controvoglia, con continui ripensamenti, accompagnata da moniti, ricatti, monitoraggi feroci su come i soldi erano stati spesi in passato e sull’uso che se ne voleva fare in futuro. Un’elemosina, tra l’altro, alla quale sono state connesse richieste di sacrifici terribili per la popolazione civile, già provata dagli stenti. Uno dei tanti assertori di questa linea dura nei confronti della Grecia, meglio contro il popolo greco, fu proprio Schauble, che dall’alto della sua cattedra impartiva lezioni e moniti ai fastidiosi questuanti. Invece per l’Ucraina tutto è andato diversamente (per fortuna): tanti soldi e subito, parte anche a fondo perduto. L’importante, per i munifici finanziatori, è dare ossigeno al nuovo governo, non importa se ingolfato da discepoli entusiasti dell’imbianchino austriaco.

E dire che in Grecia i neonazisti di Alba Dorata, i loro leader almeno, li hanno sbattuti in carcere. Non sembra essere un merito. Anzi.

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