25 Settembre 2015

Colombia: all'Avana significativo passo avanti per la riconciliazione

Colombia: all'Avana significativo passo avanti per la riconciliazione
Tempo di lettura: 2 minuti

«Il più annoso conflitto armato dell’America latina, quello che si protrae da oltre mezzo secolo tra il governo di Bogotà e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), sembra finalmente volgere al termine, dopo un negoziato durato quasi tre anni con la mediazione di Cuba e Norvegia. Le due parti sono infatti riuscite a rimuovere l’ultimo significativo ostacolo che si frapponeva a un’intesa finale, la cui firma – è stato annunciato – dovrà avvenire entro il 23 marzo del 2016». Così sull’Osservatore romano del 25 settembre, nel quale si dettaglia come è stato sciolto l’ultimo nodo, quello relativo al problema della persecuzione dei rei degli innumerevoli crimini commessi nel conflitto: «L’accordo prevede un’ampia amnistia per i reati politici e la creazione di una “giurisdizione speciale per la pace” […] che dovrà processare gli imputati per gli altri crimini, compresi quelli di lesa umanità».

 

L’accordo è stato siglato dai più autorevoli esponenti delle parti, ovvero dal presidente colombiano Juan Manuel Santos e dal comandante delle Farc Rodrigo Londoño Echeverri, noto come Timoshenko (titolo articolo: Passi di pace colombiani).

 

Nota a margine. Importante anche la geografia e la cronologia dell’accordo, che è stato stipulato all’Avana, alla presenza del presidente cubano Rául Castro, nei giorni in cui si svolgeva la visita di papa Francesco. La Chiesa, infatti, non è estranea al positivo esito di tale trattativa, anzi. Tra l’altro, nella sua visita presso l’isola caraibica, il Papa ha speso parole in favore di tale riconciliazione.

 

Avevamo accennato, in un articolo dedicato al processo di distensione tra gli Stati Uniti e Cuba, come tale nuovo inizio nei rapporti tra i due Stati avrebbe portato frutti positivi anche in terra colombiana. Non lo ricordiamo per attribuirci doti profetiche che non abbiamo (era cosa notoria), ma perché va rimarcata una circostanza (che è poi una legge della geopolitica): la stabilizzazione di uno scenario conflittuale ha esiti che vanno al di là dello scenario stesso.

Considerazione che va tenuta presente anche per quanto riguarda altre aree di (pericolosa) crisi internazionale, dalla Siria all’Iraq, dall’Ucraina al Mar cinese meridionale.

Mondo
16 Maggio 2024
Gaza, l'ossessione Netanyahu