4 Febbraio 2014

La sinistra e il M5S, speranze e disillusioni. Ma Spinelli: l'appello a Grillo? Lo rifarei

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Non si placa la bagarre innescata dall’occupazione dei grillini al Parlamento. Accuse e contro-accuse roventi. Ma questo fa parte del gioco politico, dal momento che gli avversari del movimento, da destra e da sinistra, tentano di far fuori definitivamente l’antagonista facendo leva su alcune pulsioni eversive manifestate in questi giorni. Da questo punto di vista, non mancano attacchi eversivi anche da parte degli accusatori, come l’idea di Giuliano Ferrara di bandire Grillo e i suoi dalla vita pubblica; una prospettiva, non solo antidemocratica, ma anche destabilizzante: si parla di milioni di cittadini che andrebbero considerati eversivi e all’eversione consegnati…

Ma al di là delle polemiche, quello che sembra cambiato è l’atteggiamento dei grillini: forse vista la mala parata, Grillo ha chiesto ai suoi di attutire i toni e, cosa ancora più significativa, i suoi hanno iniziato a chiedere scusa per le intemperanze verbali, ma soprattutto a concedersi più facilmente ai media per spiegare le proprie ragioni. Se il M5S riuscirà nello scopo di mostrare un volto meno antagonista e più politico perderà forse consensi di protesta, ma forse ne guadagnerà altrove. 

A questo proposito, da segnalare che da diversi ambiti, autorevoli e insospettabili, in questi sono giunti interventi in favore dei grillini: Carlo Freccero ha ricordato come la bagarre alla Camera (peraltro in passato sono successe cose ben peggiori) era stata originata dall’applicazione della tagliola, norma non presente in quel ramo del Parlamento, che ha messo fine indebitamente all’ostruzionismo parlamentare dei grillini. E rammentato quanto accadeva in passato, quando i radicali erano usi a ricorrere a questo metodo di opposizione. Galli della Loggia, in un editoriale del Corriere della Sera, ha spiegato come la violenza verbale dei grillini sia figlia di una generazione (tra l’altro la violenza, non solo verbale, usata dal Pd contro Berlusconi e le sue veline non è stata certo da meno). Barbara Spinelli sulla Stampa, nonostante giudichi «inguardabili» le prestazioni dei M5S degli ultimi giorni, spiega di continuare a osservare con interesse a questo movimento.

Proprio la Spinelli indica due punti nodali di questa rovente vicenda recente. Anzitutto che tanto caos di oggi si è originato nel corso dell’elezione del Presidente della Repubblica: «se si fosse continuato a votare ad oltranza», ha spiegato, «su Rodotà, ma io credo alla lunga anche su Prodi, un accordo si sarebbe potuto trovare». Ed è forse questo il nodo della questione: il Pd ha voluto vincere da solo in quella circostanza, sprecando un’occasione unica per trovare convergenze e chiudere un ventennio di conflittualità. Un errore che Bersani ha pagato non poco.

Il secondo punto indicato dalla Spinelli è che il M5S ponendosi in una posizione antagonista e di rifiuto del dialogo con altri su alcuni temi specifici non rischia di cadere in trappole o di perdere consensi, «ma non rischiando, nel mezzo di una crisi così devastante e non finita. rischiano molto lo stesso: conquistano forse voti, ma cosa ne faranno?». E in effetti è questo il nodo che il M5S deve risolvere, al di là delle polemiche di questi giorni, destinate a perdurare. Se il M5S riuscirà a ritrovare il volto costruttivo con il quale si era presentato agli italiani prima delle elezioni politiche, ne guadagnerà il movimento e l’Italia, che avrà trovato, ritrovato, un partito di opposizione – la legge elettorale messa in cantiere da Renzi ne concederà difficilmente in futuro -. Si possono condividere o meno le idee di Grillo e dei suoi, ma un’opposizione serve, soprattutto in un momento in cui gli spazi di libertà, con l’abolizione del Senato e la nuova legge elettorale (se passa), andranno a restringersi. Se in tanti sono scesi in campo a difendere il M5S vuol dire che è esigenza diffusa, non solo tra le élite.

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