41-bis, carta canta
Tempo di lettura: < 1 minute«Un ritaglio di giornale dal titolo “Revocato il decreto ammazza colloqui”, seguito da poche righe scritte a mano: “Caro ministro, come di intesa ho già avvertito Parisi e Lauro e a entrambi ho mandato copia del decreto via fax in modo che lo abbia anche il ministro Mancino. A Napoli, dalle prime informazioni, sembra che la reazione del personale dei due istituti sia buona. Sperando in bene, ti abbraccio con affetto. Niccolò”». Questo l’incipit di un articolo del Fatto quotidiano. L’appunto era stato inviato nel ’93 da Nicolò Amato, allora alla guida del Dap (dipartimento dell’amministrazione carceraria) al ministro della Giustizia Giovanni Conso. Al tempo Parisi guidava la Polizia e Lauro era il suo capo di Gabinetto. L’appunto poverebbe che anche il ministro dell’Interno Nicola Mancino, che ha sempre negato, fosse a conoscenza della trattativa tra Stato e mafia per ammorbidire il 41 bis. Nell’ambito di questo accordo tra uomini delle istituzioni e criminalità organizzata, secondo la ricostruzione dei pm di Palermo, sarebbe stata concepita la strage di via d’Amelio, nella quale perse la vita il magistrato Paolo Borsellino, contrario alla trattativa.