19 Luglio 2013

Abu Omar, arrestato il capo Cia del sequestro

Tempo di lettura: 2 minuti

È il febbraio del 2003 quando l’imam della Basilica di viale Jenner a Milano sparisce nel nulla. Più tardi si saprà che era rimasto vittima di un sequestro di persona nell’ambito delle operazioni di rendition attuate dalla Cia. Sostanzialmente, un presunto terrorista veniva sequestrato senza troppi scrupoli e recapitato in un Paese nel quale la tortura era lecita, per farlo parlare. I funzionari Usa si premuravano di rapire il sospetto, spesso un semplice malcapitato, portarlo in luogo apposito e lì sovraintendere al trattamento e agli interrogatori del caso. Una prassi poi interrotta quando il mondo ne ebbe contezza.

Abu Omar fu torturato a lungo, prima di essere restituito alla famiglia. E sulla vicenda ci fu un lungo processo, nel quale furono imputati agenti stranieri e pezzi dei servizi italiani che avevano offerto collaborazione. Un procedimento molto faticoso, dal momento che gli imputati italiani obiettarono il segreto di Stato, mentre quelli stranieri erano al sicuro in patria.

Il dibattimento si concluse con diverse condanne, tra le quali quella del capocentro Cia Seldon Lady, al quale furono comminati 9 anni, molti di più di quelli inflitti ai suoi connazionali. Gli imputati italiani, di fatto, anche se alla fine non sono andati in prigione, furono travolti dallo scandalo e rimossi dai loro posti. Per gli agenti Cia nessuna conseguenza.

Ora, però, in ottemperanza al mandato di cattura internazionale spedito dall’Italia, le autorità di Panama hanno arrestato Lady. La vicenda potrebbe dare vita a un braccio di ferro con gli Usa. Più probabile, invece, che l’agente trovi riparo in madrepatria, lontano dalle galere italiane. Anche perché nessuno in Italia pare abbia voglia di offendere il potente alleato.

La consolazione, nella vicenda, è che quella storia ormai appartiene al passato: a quel clima di caccia alle streghe propalato negli Usa dopo l’11 settembre. Anche se il recente Datagate – lo spionaggio di massa messo a punto dall’intelligence americana svelato dall’agente Edward Snowden – sta a indicare che certe ossessioni sono dure a morire.

Archivio Postille
6 Febbraio 2016
La crisi libica e la morte di Giulio
Archivio Postille
2 Febbraio 2016
Iowa: la vittoria di Cruz e della Clinton