22 Ottobre 2012

Beirut in piazza, assalto al palazzo del premier

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Si sono celebrati a Beirut i funerali di Wissan al Hassan, il capo dei servizi segreti libanesi ucciso il 19 ottobre. Il suo assassinio ha sconvolto il Paese, che vede tornare lo spettro delle autobombe e della guerra civile. Ancora non è chiara la matrice dell’attentato: di certo c’è che Wissan negli ultimi mesi aveva fatto arrestare uomini politici siriani legati al regime di Damasco che progettavano azioni destabilizzanti. Ma anche indagato su una rete di spie israeliane attive nel Paese dei cedri. Per l’opposizione al governo di Najid Miqati (sostenuto dal partito Hezbollah, filo siriano) invece è tutto chiaro: la mano assassina si nasconde a Damasco.

Così il rito funebre è stato accompagnato da proteste contro il primo ministro, invitato a dimettersi. Al termine dei funerali si sono registrati scontri di piazza durante i quali è stato preso d’assalto anche il palazzo che del governo. A dar man forte ai contestatori anche le milizie dei ribelli anti Assad, la cui presenza nel Paese dei cedri si fa sempre più forte. Lo ha confermato alla Stampa Omar Nashashibi, editor del quodiano di sinistra nazionalista Akhbar: «In piazza contro il premier c’erano bandiere del Libero esercito siriano e perfino di Al Qaeda… la neutralità è fragilissima, ma per ora tiene». Resta da capire fino a quando sarà così.

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