9 Luglio 2013

Bush alla ribalta: "Sto con gli immigrati"

Tempo di lettura: 2 minuti

Esce dal suo lungo silenzio George W. Bush e lo fa in maniera sorprendente. L’ex presidente degli Stati Uniti, passato alla storia per aver assecondato la follia bellicista dei neocon, schiera la sua Fondazione a sostegno della riforma della legge sull’immigrazione voluta da Barack Obama. 

In realtà erano giorni che alcuni analisti politici segnalavano un riavvicinamento tra il vecchio e l’attuale presidente Usa, evidenziando come Obama avesse elogiato gli aiuti che Bush aveva fornito in Africa per la lotta contro l’Aids e come Bush avesse difeso Obama sul Datagate (d’altronde, il sistema di spionaggio di massa era nato sotto la sua amministrazione). Ma il pubblico endorsement di Bush ha ugualmente spiazzato tutti. La riforma della legge sull’immigrazione, che prevede una maggiore apertura di quella attuale, è materia controversa e la sua approvazione resta difficile. Ma l’apertura di Bush potrebbe aiutare non poco.

Se vero che l’iniziativa di Bush ha uno scopo politico, ovvero quello di sottrarre ai democratici il monopolio di tematiche che durante le votazioni spostano milioni di voti di ex immigrati, è vero anche che la sua uscita è stata coraggiosa: in un momento in cui i repubblicani non cessano di alimentare una lotta continua contro i democratici nel tentativo di mettere in difficoltà Obama – si è parlato anche di impeachment -, Bush si è smarcato dai falchi del suo partito, dei quali è stato ostaggio fin dall’11 settembre del 2001, indicando ai repubblicani una nuova via. 

C’è chi dice che alle prossime elezioni possa essere Jeb Bush il candidato del Grand old party. E forse questa mossa del fratello George ne è una premessa. Di certo interesse.

Al di là delle considerazioni sul futuro, resta la piacevole sorpresa per l’iniziativa. In questa fase di transizione, dove “todo cambia”, il riposizionamento di Bush si muove nella direzione di una moderazione della conflittualità. Unico modo per tentare di ricercare nuove convergenze e punti di equilibrio, non solo negli Stati Uniti d’America.

Archivio Postille
6 Febbraio 2016
La crisi libica e la morte di Giulio
Archivio Postille
2 Febbraio 2016
Iowa: la vittoria di Cruz e della Clinton