7 Novembre 2013

Cina scossa dagli attentati Bombe alla sede del Partito

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Forse sono sette le bombe esplose davanti alla sede del Partito comunista a Taiyuan, nello Shanxi, regione centrale della Cina. L’attentato segue quello avvenuto pochi giorni fa a piazza Tienanmen, dove morirono cinque persone. Nei nuovi attentati non si registrano vittime, almeno stando alle fonti ufficiali, ma certo già dover ammettere che il Paese si trova a fronteggiare un’offensiva terroristica è una brutta tegola per le autorità cinesi che in occasione del primo attentato avevano tentato di minimizzare. Ora anche il Dragone si trova costretto a fronteggiare il mostro del terrorismo internazionale, come accade in altre zone del mondo. Da capire se è attrezzato ad affrontare questo nuovo tipo di conflitti, dove non servono eserciti possenti, ma intelligence e capacità di manovra.

Il crimine avviene a tre giorni dall’apertura del Plenum del Partito comunista, nel quale il premier cinese, Xi Jingping, è chiamato a tracciare la nuova strada che dovrà percorrere il Paese e indicare riforme. Dopo aver sconfitto le trame interne, che vedevano in Bo Xilai il protagonista di una possibile nuova rivoluzione culturale (che avrebbe riportato il Paese indietro di venti anni), caduto a seguito di uno scandalo internazionale, un altro nemico si prova a frenare la cavalcata del Dragone verso la conquista del primato economico mondiale. Ma è possibile che il terrorismo internazionale goda dell’appoggio di qualche nemico interno del nuovo corso cinese.

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