30 Ottobre 2013

Decadenza, è caos sul voto segreto

Tempo di lettura: < 1 minute

Il nodo sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore giunge al pettine. Lo scontro verte sulle modalità del voto: se palese o segreto. Controverso il pregresso, anche se i precedenti sembra diano ragione ai fautori del voto segreto. Non si comprende bene la dialettica innescata dai fautori del voto occulto: il Pd, Sel, il movimento 5 stelle da tempo effondono su Berlusconi accuse variegate, sicuri che rappresenti il male assoluto per l’Italia. Una vis polemica che li accomuna, e compatta, da tempo. E invece hanno paura che, nel segreto, qualcuno tradisca. Per salvare le larghe intese, forse, o forse per altro. Problema che riguarda in particolare il Partito democratico: così, di fatto, questa battaglia all’ultimo sangue nasce e finisce tutta all’interno del Pd, un partito che si sta lacerando per decidere chi sarà il prossimo segretario, quale sarà il candidato di coalizione e soprattutto quale sarà il futuro del partito. Non è nuovo a tali performance, basti ricordare la vicenda dell’elezione del nuovo inquilino del Colle, quando, al momento della conta, a Prodi mancarono i voti dei suoi.

Ad oggi il Pd è l’ultimo partito di massa italiano, dal momento che il Pdl, o Forza Italia che dir si voglia, è destinato, a breve o medio termine, a una cura dimagrante a causa del periodo di transizione, con annesse lacerazioni, legato al tramonto del suo padre fondatore – è il destino di un partito antropomorfo, incapace di produrre una classe dirigente. Altrove sono solo partitini e piccoli movimenti, dal momento che l’altro nuovo partito di massa, il M5S, è al momento in forte difficoltà per la sua incapacità di trasformare la protesta in proposta politica.

Insomma, il quadro politico è alquanto desolante. Resta da sperare nello stellone italiano che, in passato, ha riservato sorprese.

Archivio Postille
6 Febbraio 2016
La crisi libica e la morte di Giulio
Archivio Postille
2 Febbraio 2016
Iowa: la vittoria di Cruz e della Clinton