14 Ottobre 2013

Default, la destra si spacca Accuse ai gruppi radicali

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Mancano tre giorni al default. Tra tre giorni, se al Congresso non si troverà un accordo tra democratici e repubblicani sul debito pubblico degli Stati Uniti, sarà inevitabile. C’erano state schiarite in questi giorni, prese di posizione di singoli esponenti repubblicani che sembravano aver sbloccato la situazione. Ma il cielo sopra Washington è tornato plumbeo, dopo che un tentativo di compromesso avanzato ufficialmente dai democratici al Senato è stato bocciato dalla parte avversa. 

L’America trema e con lei il mondo. Il Grand Old Party è ormai prigioniero dell’oltranzismo dei duri del Tea Party, che vogliono a tutti i costi affossare la riforma sanitaria di Obama. Alcuni esponenti moderati dei repubblicani, tra i quali anche alcuni neocon, stanno tentando di contrastare i loro colleghi di partito, ma al momento sembrano avere la peggio. Il Tea Party è minoranza nel partito, nondimeno sposta voti decisivi per decidere sui singoli candidati dei vari collegi elettorali e minaccia di punire severamente i “traditori”. 

Il conto alla rovescia è iniziato: se non si troverà un’intesa, le conseguenze sull’economia Usa e mondiale saranno disastrose.

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