30 Gennaio 2013

Egitto, l'Esercito scende in campo "Garantiremo noi la sicurezza"

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Un annuncio via Facebook. Questo il mezzo usato dal Ministro della Difesa Abdul Fattah Al Sisi per lanciare quello che suona come un ultimatum al Paese. L’esercito è pronto a garantire la sicurezza del Paese contro il rischio del collasso. Questo, in sintesi, il messaggio lanciato dal Capo delle forze armate dopo un periodo tempestoso in cui si sono susseguiti gli scontri in occasione della ricorrenza dell’inizio della rivoluzione di piazza Tahrir, ai quali si sono aggiunte le manifestazioni per la condanna di alcuni tifosi ultras colpevoli di violenze. 

L’esercito è già allertato in alcune città dove più accesi sono stati gli scontri: Port Said, Suez, Ismaylia. Città che insistono sul Canale di Suez, uno dei transiti commerciali più importanti del mondo. Luoghi strategici, quindi, che non possono sfuggire al controllo dello Stato. Anche su questo ha insistito il comunicato di Al Sisi, che ha messo in guardia sul cedimento strutturale del Paese.

L’esercito, considerato un pilastro fondamentale dell’Egitto, finora aveva mantenuto un basso profilo. In particolare dopo che il nuovo presidente Morsi ne aveva garantito l’autonomia, e una certa immunità riguardo alla passata collusione con il regime di Mubarak, in cambio del potere politico. Le cose, evidentemente, sono cambiate. Anche l’opposizione, riunita nel Consiglio di salvezza nazionale, deve prenderne atto.

 

 

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