2 Luglio 2013

Egitto, ultimatum dei militari "Morsi ha 48 ore per chiarire"

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Ultimatum dell’esercito al governo egiziano: Morsi ha 48 ore per dare «risposte al popolo». All’annuncio del comunicato Piazza Tahrir è esplosa gridando: «Il popolo vuole la caduta del regime».

«Se non dovesse accadere niente – fanno sapere i militari attraverso il comunicato diffuso dalla tv di Stato –, l’esercito ha l’obbligo nazionale e storico di rispettare le rivendicazioni del popolo, annunciare una road map (processo) e impegnarsi ad applicarla, con la partecipazione di tutte le forze politiche leali, compresi i giovani da cui è partita la rivoluzione, e senza l’esclusione di nessuno». Per tutta risposta, Morsi ha voluto subito incontrare il generale Abdel Fattah al-Sisi, l’autore della dichiarazione letta alla tv e alla radio di Stato. Le forze armate scaricano Morsi, dunque (avevano fatto la stessa cosa due anni fa con Mubarak), e, respingendo le accuse mosse dalla Fratellanza di voler compiere un «colpo di Stato», sostengono che il loro è soltanto un tentativo, in seguito alle richieste della piazza, di «spingere le forze politiche a raggiungere un consenso». Anche l’opposizione di Morsi ha lanciato il suo ultimatum, fissato alle 17 di martedì 2 luglio. In un comunicato del Tamarrod, infatti, Morsi viene intimato a dimettersi per consentire alle istituzioni di organizzare le elezioni anticipate; in caso di rifiuto, la minaccia è quella di una campagna di disobbedienza civile generalizzata.

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