5 Febbraio 2013

Giù la Borsa, su lo spread così torna il rischio Italia

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Giornata movimentata sui mercati europei, le Borse vanno giù e lo spread torna a salire. Il Washington Post e il Financial Times spiegano il caso italiano con la rimonta del Cavaliere: un ritorno di Silvio Berlusconi, che con la sua proposta di restituire l’Imu sembra abbia rimontato un altro punto percentuale, spaventerebbe i mercati. Osservazione che non serve a spiegare il perché anche nel resto dell’Europa le Borse non vanno bene, ma che può essere utile a mettere a fuoco un altro fattore di questa campagna elettorale: lo spread appunto.

Proprio l’innalzamento dello spread a quote stratosferiche fu la causa principale, anche se non unica, della caduta del governo Berlusconi e dell’ascesa al governo dei cosiddetti tecnici. Ora lo spettro di quella situazione torna ad affacciarsi sull’Italia.

Solo un’avvisaglia o c’è il rischio reale che lo spread, e quindi la speculazione internazionale operata dalla grande finanza, diventi il protagonista delle prossime elezioni? Berlusconi minimizza il suo ruolo, indicando la vicenda del Montepaschi come la causa dell’insicurezza dei mercati. Altri analisti spiegano certe turbolenze come causate dal rischio di un pareggio (al senato, ovvio) che creerebbe una situazione ingestibile nel Paese e quindi un nuovo periodo d’instabilità.

È ancora presto per capire se la flessione dei mercati sia solo una scossa isolata oppure se segnala un nuovo terremoto alle porte. Anche se tante condizioni internazionali sono cambiate da quando la tempesta speculativa soffiava forte sui mercati europei (con ricadute negli Usa). Anche se non impossibile, è difficile che si ripeta in quelle forme.

Sul fronte della campagna elettorale, un Monti sempre più aggressivo parla di voto di scambio a proposito della proposta di Berlusconi di risarcire l’Imu. Con pronta risposta del segretario Pdl che lo accusa di estorsione a danno degli italiani. Al di là delle scaramucce, la rimonta del Pdl preoccupa i vertici del Pd, tra i quali aleggia sempre più lo spettro della vittoria dimezzata, con pareggio al senato.

Ad animare un po’ la campagna elettorale anche l’intervista del leghista veneto Bozza: sulla Repubblica spiega che lui e i bossiani del Veneto, esclusi dalle liste dall’epurator Tosi, voteranno Pdl alla camera e Pd al senato. Influsso bossiano è sinonimo di imprevedibilità… Ma la partita vera si gioca in altre regioni, in particolare nella Lombardia.

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