15 Febbraio 2013

Grillo lancia la sua profezia tra i cori arrabbiati dei No Tav "Crolla tutto, presto altri arresti"

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Comizio tra i No Tav per Grillo, che raduna una folla ingente. Il comico spara su tutti, alla sua maniera: destra, sinistra e centro. E si conferma come il fenomeno politico del momento: non vincerà le elezioni, ma certo chi governerà dovrà fare i conti con questo nuovo soggetto politico. Non un nuovo partito, né un movimento nel senso tradizionale del termine, certo è fenomeno di popolo e di gente comune. In un mondo politico che fa fatica a rapportarsi alla gente, Grillo ha saputo toccare corde e mobilitare, a riportare gente a occuparsi di politica. E questo è una cosa che può giovare alla democrazia italiana, al di là della simpatia o meno per il personaggio.

Nel suo comizio c’è posto anche per le dimissioni del Papa. Di certo interesse la sua battuta: «Il Papa non capisce perché le chiese sono vuote, non capisce perché i preti si comportano in un certo modo». Solo una battuta, certo, ma che coglie in pieno in fondo l’angoscia del Santo Padre per la scristianizzazione ormai conclamata, il cui segno evidente sono le chiese vuote, con eccezioni che confermano la regola. Un fenomeno che non dipende dal mondo cattivo, ma dalla Chiesa, e qui la seconda parte della battuta di Grillo, che sintetizza, magari in maniera antipatica, il malcontento per certe derive ecclesiali. Sono solo battute, certo, e lasciano il tempo che trovano. Ma la Chiesa è chiamata ad interrogarsi proprio su questi temi, certo in maniera più approfondita e meditata, in questi giorni di preparazione al Conclave. Che questi argomenti divengano questioni di riflessione popolare, come le battute dell’ex comico denotano, aiuta.

Nell’ambito del suo intervento, Grillo ha anche profetizzato altri arresti imminenti. Facile profeta: dopo l’arresto di Orsi di Finmeccanica e quello di Baldassarri del Montepaschi (e gli altri meno eccellenti che si sono succeduti in questi giorni), sembra, in effetti, che la magistratura abbia innestato un’altra marcia. Simile a quella che portò nel ’92 a Tangentopoli. Sarà una fiammata più breve, forse, ma intensa.

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