7 Marzo 2013

I cardinali Usa annullano gli incontri

Tempo di lettura: 2 minuti

Da ieri il Conclave entra nel vivo: ai porporati è stato chiesto l’assoluto riserbo. Da qui l’annullamento, e sembra sia stata la notizia di ieri, del consueto incontro con la stampa che i cardinali Usa hanno tenuto finora.

Da oggi sugli incontri dei porporati cala una cortina di silenzio, necessario alla preghiera, alla riflessione e alla concertazione in vista dell’extra omnes.

Ma il clamore che accompagna questo Conclave non si ferma e tracima sui giornali di tutto il mondo. Ieri l’associazione Snap (Survivors Network of those Abused by Priests) ha emesso il suo verdetto contro quella che loro hanno definito «la sporca dozzina», dodici candidati papabili che avrebbero insabbiato i crimini di pedofilia dentro la Chiesa, la cui ascesa al Soglio di Pietro sarebbe, secondo loro, «la peggiore scelta per i bambini». A finire nel tritacarne dell’associazione sono stati: il messicano Norberto Rivera Carrera, l’honduregno Oscar Ridriguez Maradiaga, gli statunitensi Timothy Dolan, Donald Wuerl e Sean O’Malley, gli italiani Angelo Scola e Tarcisio Bertone, l’australiano George Pell, il ceco Dominik Duka, il canadese Marc Ouellet, il ghanese Peter Turkson e l’italo-argentino Leonardo Sandri.

Si allunga così la lista di porporati finiti nel mirino delle organizzazioni anti-pedofilia. Come detto altre volte, c’è in queste reiterate rivelazioni a ridosso del Conclave un sapore strano. Come se si volesse in qualche modo condizionare la scelta dei porporati chiamati a scegliere il successore di Pietro. Ma tant’è, bisogna solo sperare nella intelligenza e nella purezza degli elettori.

Anche se, e questo è il secondo corno del problema, a Conclave finito, occorre che l’opera di pulizia avviata da Benedetto XVI sia portata a termine. D’altronde anche questa umiliazione, oltre che urgere una riflessione, appartiene a quel cammino di purificazione necessario (e gradito al Signore al quale appartiene anche la correzione dei suoi figli) per allontanare la Chiesa da certi peccati. 

Per quanto riguarda la data di inizio del Conclave è ancora da decidere: i porporati devono ancora votare sulla questione in quella che sarà una prima conta interna, tra quanti vorrebbero tempi un po’ più lunghi per riflettere e quanti invece non lo ritengono necessario. 

Intanto si sa già l’appellativo del prossimo Papa: Pietro secondo, dal momento che esiste già un Pietro, pur se emerito, nella figura di Benedetto XVI. Coincide con la profezia di Malachia che tante volte ritorna sui giornali, il quale avrebbe predetto una lunga serie dei papi (in effetti alcune coincidenze esistono, anche se cercare coincidenze postume è facile esercizio). Sarebbe l’ultimo papa prima della fine del mondo secondo questa predizione, vista come catastrofica, ma in realtà benedetta dal momento che la fine dei tempi coincide con la vittoria finale del Signore. Chi si diletta a leggere i Vangeli, o ad ascoltarli alla  santa messa, sa che Gesù dice ai suoi che a lui non è stata rivelata tale scadenza, nota solo al Padre. Difficile quindi sia stata rivelata al povero Malachia. Ma anche in caso di dubbio indelebile, una preghiera suppletiva non fa mai male.

Molto più probabile che ci sia da aggiornare la lista dei papi. Ma non è compito nostro, grazie a Dio.

 

Archivio Postille
6 Febbraio 2016
La crisi libica e la morte di Giulio
Archivio Postille
2 Febbraio 2016
Iowa: la vittoria di Cruz e della Clinton