1 Luglio 2015

Il potere globale dell'Usura internazionale

Il potere globale dell'Usura internazionale
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Usura, lussuria e potere: questi gli dei ai quali il mondo presta i suoi tributi, anche di sangue. Una triade che Thomas Eliot aveva individuato ai suoi tempi, ma valida per ogni tempo e per tutti gli uomini: nessuno è immune da tale idolatria.

 

E però oggi il tragico spettacolo della crisi greca rende evidente, forse più che mai, quanto l’Usura, o finanza internazionale come usa chiamarla oggi, sia diventata il motore immobile del mondo. L’unico vero detentore del Potere, ormai sottratto alle autorità costituite ed elette dai popoli.

 

Un potere illegittimo e irresponsabile, che sfugge ai meccanismi democratici, sempre più svuotati di peso, e non risponde delle sue azioni a nessuno; un potere illegale, come sotteso dall’idea di de-regulation, la dottrina che ha generato l’attuale mostro, che vede nelle regole, ovvero le leggi, dei vincoli inaccettabili.

 

L’Usura ha un orizzonte globale e globalizzante e può servirsi di una Tecnica che gli conferisce un potere immenso, di fronte al quale il potere costituito, quello politico, è ormai residuale, buono per animare il teatro dei media (la Merkel, Obama, Renzi, Cameron, Hollande… ).

 

Un potere che è anche religioso. I suoi luoghi di culto (pubblico), le banche, hanno occupato il posto delle antiche chiese: qui si giocano i destini dei singoli individui e dei popoli, laddove il credito si è sostituito al credo. Un credo che non ammette critiche o deviazioni alla sua dottrina. Una religione fondamentalista, quindi, e, come avviene per altre dottrine fondamentaliste, esoterica.

I suoi riti sono celebrati nel segreto da sacerdoti occulti, che per inspiegabili motivi chiedono ai loro riluttanti fedeli un asservimento sempre più duro e pervasivo.

 

Motivi inspiegabili – almeno in apparenza – perché il vecchio potere si muoveva per accrescere ricchezze e potere, Il nuovo non ha bisogno di ricchezze, ne produce per moto quasi spontaneo; né di potere, che il suo potere è ormai riconosciuto dai suoi riluttanti fedeli come definitivo.

 

Il fatto è che l’Usura agisce per moto spontaneo e necessario. Un moto a-morale, ovvero alieno da considerazioni di tipo morale; un movimento meramente meccanico che si dà perché il fondamento dell’Usura odierna sta nella mancanza di un limite. E nel dilatare la sua influenza, in senso verticale (popoli) e orizzontale (nazioni), tende a travolgere ciò che considera, o solo percepisce, come un ostacolo alla sua libertà di azione.

 

Oggi che l’Usura “è” il Potere sono cambiate anche le guerre. Queste vengono combattute ancora con le armi tradizionali, ma la leva finanziaria è la vera arma di distruzione di massa, come è evidente nel caso del confronto russo (sanzioni e altro) e del contrasto al governo greco (perché questo è il nocciolo della crisi greca).

 

Il fondamentalismo dell’Usura si accompagna ad altri fondamentalismi: quello delle varie Agenzie del terrore, che senza i soldi dell’Usura internazionale non avrebbero alcuna forza;  e quello degli assertori della cosiddetta Civiltà occidentale. Sia le prime che i secondi sono semplici strumenti di essa: le loro azioni combinate e disposte creano caos. E nel caos l’Usura, che non vuole regole, trionfa.

 

Le guerre antiche avevano come scopo la conquista, l’acquisizione di risorse e vantaggi geopolitici. Oggi questi obiettivi, che pur sussistono, sono secondari. l’Usura vince portando il caos laddove c’era una qualche regola. Una de-regulation attiva.

E il caos dilaga nel mondo.

 

Quadro sconfortante, riassunto dal Santo Padre nell’espressione «siamo nella Terza guerra mondiale. Ma fatta a pezzi, a capitoli». L’idea di una guerra frammentaria in realtà non è nuova: anche la Guerra Fredda viveva di conflitti locali.

Ma allora esisteva un limite, costituito dalla consapevolezza di una possibile distruzione totale di ambedue i contendenti globali. E dalla coscienza che le due potenze mondiali avevano l’una bisogno dell’altra per perpetuarsi e perpetuare il proprio dominio sul mondo.

Un limite che era insieme fattore di equilibrio, dal momento che, pur nel confronto planetario, i fondamenti della geopolitica rimanevano, seppur mutevoli, essenzialmente stabili.

 

Oggi l’Usura, meglio l’orizzonte planetario dell’Usura che si percepisce globalizzante, ha cancellato il senso del limite, e il mondo risulta squilibrato, anche nel senso psichiatrico del termine.

 

La follia è al potere. Cosa evidente nel confronto Occidente-Russia, che non arretra nemmeno di fronte alla possibile prospettiva di una guerra atomica; come anche nelle varie e variegate prestazioni delle diverse Agenzie del terrore, che della follia sanguinaria hanno fatto un marchio di successo; e com’è evidente nella vicenda greca, dove le rigidezze della Budensbank e degli altri antagonisti di Tsipras risultano inspiegabili senza ricorrere alle categorie psichiatriche, tanto minimale è il costo della chiusura della vicenda greca rispetto alle devastazioni che comporta lasciarla aperta.

 

Settimana importante questa. Un incanto segreto ha voluto che due delle partite più importanti che hanno travagliato il mondo negli ultimi anni andassero a conclusione nello stesso periodo. In questa settimana, infatti, andranno a definirsi la vicenda greca e la trattativa sul nucleare iraniano.

Possibile che sia attraversata da lutti e tragedie, ma già il fatto che tali partite non siano ancora state chiuse in maniera negativa, nonostante lo strapotere degli agenti del caos, può aiutare a coltivare la buona speranza.

 

 

 

 

 

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