18 Gennaio 2013

In Algeria la strage degli ostaggi

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Blitz delle teste di cuoio per liberare gli ostaggi nelle mani dei terroristi di Al Qaeda in uno stabilimento di estrazione di gas in Algeria. L’operazione è stata decisa dalle autorità algerine e non è riuscita. Diversi ostaggi sono morti nell’assalto, anche se i numeri delle vittime variano a seconda delle fonti e delle ore: da una trentina a sei. Operazione affrettata, senza un preventivo e accurato studio. Irritati i vari Paesi occidentali che avevano loro connazionali tra le fila degli ostaggi, anche se pare che l’attacco è stato studiato anche grazie al materiale fornito dall’intelligence di Usa e Francia.

Difficile capire perché tanta fretta nell’ordinare il blitz: si voleva evitare che la vicenda si prolungasse troppo con conseguenze imprevedibili? Si voleva dare una prova di forza per tentare di scoraggiare altri attacchi simili? 

Certo la vicenda insegna che la guerra asimmetrica iniziata in Sahel riserva sorprese. La Francia deve trovare al più presto nuovi partner. E soprattutto una via di uscita. Tra l’altro, rischia anche le bombe in casa, stando almeno all’innalzamento del livello di allarme voluto dalle autorità di Parigi.

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