5 Giugno 2013

Istanbul, arrivano le scuse del governo Ma la folla continua a riempire le piazze

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Un altro morto negli scontri in Turchia, mentre salgono il numero dei feriti tra manifestanti e polizia. La tensione non si placa, anche se il vice-premier Arinc ha tentato di attutirla con una dichiarazione conciliante: «Non abbiamo il diritto e non possiamo permetterci di ignorare la gente. Le democrazie non possono esistere senza l’opposizione». Incontrerà una delegazione di manifestanti, nella speranza di placare gli animi. Ma la repressione della polizia ha lasciato un segno profondo: gli animi si sono inaspriti e il governo ha mostrato un volto feroce che ha sconcertato l’opinione pubblica internazionale. Gli appelli dell’Onu e degli Usa a moderare l’uso della forza sono anche campanelli di allarme per il partito di governo e per il premier Erdogan: se non riuscirà a contenere la protesta usando metodi meno duri la sua immagine rischia di appannarsi definitivamente. Allo stesso tempo deve riuscire a trovare una soluzione, non potendo permettere che le piazze delle principali città turche restino occupate, pena la perdita di consenso all’interno del Paese.

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