12 Febbraio 2014

La nuova coca-connection fra 'ndrangheta mafia e mafia Usa

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Un’operazione dell’Fbi e della polizia italiana porta all’arresto di alcuni esponenti della criminalità organizzata calabrese e Usa. Un’operazione brillante, dal momento che c’era anche l’Fbi, che ha portato a intravedere i legami oltreoceano della ‘ndrangheta calabrese. Un altro tassello: prima si era scoperto che la ‘ndrangheta era sbarcata in pompa magna nel Nord Italia, ora che ha buoni rapporti con la mafia made in Usa. E ci si meraviglia sul come sia stato possibile che questa organizzazione criminale, che un tempo era una realtà locale, oggi abbia ramificazioni così diffuse e del fatto che in così poco tempo abbia di fatto preso il posto della declinante mafia siciliana. 

In realtà la ‘ndrangheta calabrese da tempo ha soppiantato la mafia nel traffico di droga, core buisiness della criminalità organizzata, solo che non se ne è mai parlato più di tanto. Lo stesso Roberto Saviano, nel dipingere Casal del Principe come simbolo della criminalità organizzata italiana ha contribuito ad avallare questo gigantesco equivoco, come se davvero quell’oscura cittadina campana fosse il centro internazionale dello spaccio e del riciclaggio. La ‘ndrangheta, a differenza della mafia siciliana, ha un’organizzazione meno verticistica, compartimentata, al modo delle organizzazioni terroristiche (brigate rosse e altro) che ne favorisce il ferreo controllo da parte dei singoli capi e l’impermeabilità alle infiltrazioni esterne (tanto è vero che non esistono pentiti della ‘ndrangheta). E non trova contrasto: forse le uniche inchieste che l’hanno davvero infastidita sono state quelle messe in campo dal magistrato Giuseppe Pignatone, che però è stato prontamente spostato a Roma.

Loretta Napoleoni, nel suo libro l’economia canaglia, spiegava il meccanismo dell’ascesa della ‘ndrangheta. E in un’intervista sintetizzava: la ‘ndrangeta è iniziata a crescere a livello mondiale con la guerra del Kosovo. Questa guerra aveva chiuso l’importante arteria balcanica, usata dalla criminalità internazionale per promuovere i propri traffici con l’Europa: «Lì è nata l’idea di ‘ndrangheta come “full service provider”. Il meccanismo è semplice: io ti permetto di gestire i tuoi business sul mio territorio e ti aiuto a realizzarli, fornendoti i mezzi, i canali, a volte le persone, ma soprattutto mi occupo della cosa più importante, il riciclaggio del denaro sporco. E da lì nasce il mio profitto, che varia dal 30 al 40% sul business prodotto». Un meccanismo che si è accresciuto dopo l’11 settembre del 2001, continua la Napoleoni, grazie al Patriot act varato dal presidente Bush che, colpendo l’industria del riciclaggio di denaro sporco negli Usa, ha costretto le organizzazioni criminali mondiali a cercare altri interlocutori, la ‘ndrangheta appunto.

Inoltre la ndrangheta ha il controllo quasi militare della Piana di Gioia Tauro, zona nella quale insiste un porto che è considerato uno dei più importanti scali commerciali del Mediterraneo. Tanti traffici e incontrollabili allo Stato: è fondamentale ai traffici di chi deve operare nella clandestinità.

E concludiamo con una nota che serve a inquadrare meglio il fenomeno, che così come detto finora sembra cosa di padrini e padroncini: il riciclaggio di denaro sporco non è possibile senza banche e finanziarie. Sarebbe interessante fare un censimento di quante filiali di banche, famose e meno famose, hanno aperto al Sud, nei paesini come nelle grandi città, negli ultimi anni. Molto interessante, sì.

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