17 Ottobre 2013

L'Iran dice sì alle ispezioni a sorpresa gli Usa applaudono "serietà mai vista"

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I colloqui del gruppo 5+1 (ovvero gli Stati chiamati a trattare la questione del nucleare iraniano) e gli inviati di Teheran che si sono svolti a Ginevra in questi giorni sono andati bene. Almeno stando ai commenti successivi, tra i quali spicca quello di Jay Carney, portavoce della Casa Bianca, che ha detto che quello iraniano è stato «un approccio serio e sostanziale come non avevamo mai visto fino ad oggi».

Sostanzialmente l’Iran ha proposto una road map che prevede in un anno la cessazione dei programmi atomici temuti dall’Occidente, ovvero quelli per costruire la bomba, concedendo ai propri interlocutori la possibilità di un monitoraggio reale sui programmi per lo sviluppo del nucleare civile, accettando, tra l’altro, eventuali visite a sorpresa degli ispettori dell’Aiea. In cambio Teheran chiede la fine delle sanzioni, cosa che l’Occidente non potrà negare se le cose andassero come si spera.

Insomma, un passo significativo e costruttivo sul piano negoziale. Le parti si ritroveranno a inizi novembre, sempre a Ginevra, per un secondo round di negoziati.

Se l’Iran troverà un modo per risolvere la questione potrà tornare a essere un interlocutore della comunità internazionale. È dal ’79 che la nazione che fu il cuore dell’impero persiano è fuori dal circuito internazionale: in principio fu la rivoluzione khomeinista con la sua retorica anti-occidentale; poi la guerra con l’Iraq di Saddam, finanziato dagli Usa e non solo, che ha consumato le risorse del Paese e segnato generazioni di iraniani; infine, dopo le timide aperture di Khatami, il ritorno all’oltranzismo con Ahmadinejad.

Forse è la volta buona, ma la via per la distensione resta impervia e piena di incognite. In questi giorni il premier israeliano Netanyahu ha detto che il suo Paese è pronto a colpire anche da solo: probabilmente è un bluff, dal momento che i generali israeliani sanno bene che non possono colpire l’Iran senza il supporto Usa, ma certo l’idea di mettere il mondo di fronte a un fatto compiuto potrebbe farsi strada in certi ambiti che temono un Iran sdoganato e in grado di diventare protagonista della politica del Medio Oriente. La comunità internazionale è chiamata a vigilare.

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