20 Giugno 2013

L'italiano ucciso in Siria reclutava altri guerriglieri

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Ha fatto scalpore la notizia della morte di Giuliano Delnevo, caduto in Siria dove si era recato a combattere il governo di Damasco. Figura singolare, quella di questo ragazzo, che da Forza Nuova, una formazione che fonde integralismo cristiano a un’ideologia di estrema destra, è transitato all’Islam. I giornali registrano i diversi spostamenti del ragazzo, tra i quali un viaggio a Londra per imparare il Corano, e danno notizia di una sua attività di reclutamento via web, anche se ancora le indagini in tal senso non hanno prodotto granché.

Alcuni giornali ne hanno fatto un martire, raccontando il suo amore per l’Islam e per la libertà, ideali che lo avrebbero spinto a recarsi in Siria. E ne piangono la morte, come fosse tragica fatalità. Purtroppo per Giuliano, e per le novantamila vittime del conflitto siriano, in guerra si muore: per lui è stata una scelta, per tantissimi altri, una tragedia ineluttabile. Come quel ragazzino che appare in un video diffuso sul web: ha la maglietta tirata sugli occhi, le mani legate dietro le spalle e cerca di divincolarsi. Uomini grandi e grossi gli stanno attorno e ridono; poi uno lo getta a terra, tira fuori un coltello e gli taglia la gola (il resto non l’ho guardato, non me la sono sentita…). A aprire quella gola candida gli amanti della libertà reclutati da ogni parte del mondo per abbattere Assad. Una preghiera per Giuliano, allora, ma anche per quel povero ragazzino anonimo morto ammazzato a causa di una guerra assurda e feroce. Che i costruttori di guerra non vogliono finisca. 

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