L'Onu contro Assad "Prove schiaccianti sull'uso dei gas"
Tempo di lettura: 2 minutiLe parole del segretario generale dell’Onu sono esplose come una bomba su una possibile soluzione politica della crisi siriana. Ban Ki Moon ha detto che nel corso del conflitto Assad ha commesso «crimini contro l’umanità». Quindi, parlando delle ispezioni delle Nazioni Unite in Siria, avrebbe detto, e qui il condizionale è d’obbligo, che ci sarebbero prove che a Damasco, lo scorso 21 agosto, è stato usato il gas nervino.
Le parole di Ban Ki Moon, che ha usato un tono desueto per un segretario dell’Onu, nascondono un piccolo giallo: si è voluto unire le due considerazioni, attribuendo l’uso del gas ad Assad, mentre invece non sembra che sia così – ma anche qui il condizionale è d’obbligo dati i tanti e contraddittori report.
La prima considerazione di Ban Ki Moon è alquanto scontata: che nella guerra siriana siano stati commessi crimini contro l’umanità è risaputo. Esistono diversi documenti Onu, e non solo, in proposito. Assad dovrebbe risponderne, ovvio; e con lui tanti leader della cosiddetta opposizione siriana – la documentazione di crimini contro l’umanità commessi da questi è impressionante – come anche i tanti politici occidentali e non che li hanno arruolati da tutto il mondo e sostenuti in ogni modo, pur conoscendone l’efferatezza. Non avverrà, ovviamente, e solo i rapporti di forza che nel frattempo si saranno stabiliti diranno chi e di cosa sarà chiamato a rispondere per il mattatoio siriano.
Invece per quanto riguarda l’uso di gas sarin a Damasco, le parole di Ban Ki Moon sono apparse sopra le righe anche a tanti funzionari dell’Onu: anzitutto perché il lavoro degli ispettori non è ancora finito; e poi perché gli ispettori non avevano il mandato di stabilire chi li avesse usati, ma solo di accertarne l’effettivo uso. Un giallo, insomma, le parole del segretario dell’Onu, dai contorni alquanto inquietanti: anche perché l’esternazione sarebbe avvenuta durante un convegno sulle donne dove non era previsto si parlasse della crisi siriana. Sembra che le parole di Ban Ki Moon siano state registrate a sua insaputa, cosa che ne impedirebbe una secca smentita.
Ma la bomba mediatica ha sortito il suo effetto: ieri l’incontro tra il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov e l’omologo Usa John Kerry è andato bene: i due hanno fatto passi avanti in vista di una soluzione negoziale del conflitto, rilasciato dichiarazioni che hanno acceso speranze. Ma soprattutto hanno fissato una data, il 28 settembre, per un nuovo incontro nel quale si dovrebbe stabilire un’ulteriore data per dare inizio a una Conferenza di pace per la Siria, la sospirata Ginevra 2. Una notizia felice, che è stata offuscata dal clamore mediatico suscitato dalle parole del segretario generale dell’Onu.
Se ne saprà di più nei giorni prossimi, quando la nube tossica suscitata delle singolari esternazioni di ieri si sarà diradata.
Nel frattempo il leader di Al Qaeda, lo strano sceicco Al Zawahiri che da un decennio risulta ancora introvabile nonostante gli siano addosso tutti i servizi di intelligence del mondo – ma esiste veramente o è un fantasma che abita il web? – ha diramato un nuovo video, invitando i suoi militanti a colpire gli Usa. Altri suoi militanti, nel frattempo continuano a colpire, e in maniera feroce, in Siria, ma questo non interessa granché i media. Ironia della vicenda: l’America dovrebbe entrare in guerra in Siria proprio per cacciare Assad e consegnare il Paese ad Al Zawahiri o chi per lui.