5 Febbraio 2014

Napolitano, finisca l'austerità

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Anche Napolitano lancia un appello che tentare di fermare la stretta sui conti imposta dalla Germania ai Paesi Ue. Provvedimenti che hanno portato all’impoverimento della classe media e aumentato la forbice tra ricchi e poveri, abbattendo l’economia del Paese reale. Non sarà ascoltato, Napolitano, come non sono stati ascoltati altri appelli giunti da ogni parte, compresi illustri economisti. Non a breve almeno, ché la speranza è l’ultima a morire. Si può solo sperare che, alla lunga, la ricetta imposta dalla Germania funzioni, ma dovrà cambiare ingredienti, o che i tedeschi si convincano che impoverire i Paesi della Ue ha ricadute nefaste anche su di loro, come sostenuto da più parti.

Come detto altrove, la Fed ha chiuso i rubinetti e l’acqua che rifluiva in tutto il mondo è venuta meno. Diversi Paesi ne soffriranno: India, Turchia, Brasile indicano gli analisti. A questi si aggiunge l’Argentina che dopo il crollo del 2001 aveva provato la via dell’autarchia: a quanto pare non è andata bene e il Paese si trova ancora una volta sull’orlo dell’abisso. Tutti questi Paesi stanno provando a difendersi ma anche se riuscissero ad arginare l’onda d’urto, si avranno comunque contraccolpi sull’economia mondiale. È la globalizzazione. E presto diversi Paesi dell’Unione Europea, già impoveriti dalle politiche di austerity, si troveranno a vivere una ulteriore crisi economica. Si annuncia molto meno grave delle precedenti, ma si è visto come questi fenomeni sono imprevedibili quando sono cavalcati dalla speculazione internazionale. Non aiuterà.

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