11 Febbraio 2014

Napolitano, nessun complotto

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Prima erano solo i grillini, ora sul Capo dello Stato è fuoco incrociato. Dopo le rivelazioni contenute nel libro di Alan Friedman, Ammazziamo il Gattopardo, che ha spiegato come il governo Monti fosse già pronto ben prima che lo Spread facesse cadare il governo Berlusconi, Napolitano vacilla. Se vera, la rivelazione di Friedman prefigura un complotto contro il Cavaliere, almeno questa è l’accusa prontamente rilanciata dai berlusconiani. Lui, il Capo dello Stato, si difende, nega tutto, ma la procedura di impeachment chiesta dal M5S pende come una tagliola e la possibilità che possa essere appoggiata da Forza Italia non è più un’ipotesi remota, ma una possibilità.

Nell’editoriale del Corriere della Sera, Massimo Franco riprende la polemica e, per difendere il Capo dello Stato, spiega come sia normale che un Presidente della Repubblica sondi, in circostanze critiche, la possibili alternative a un governo in carica. Non è normale, anzi, va contro il dettato costituzionale che assegna la sovranità al popolo. Ma, al di là della boutade, l’articolo di Franco ha certo interesse: scriveva dell’iniziativa pregressa di Napolitano, Franco, ma può essere letta come di stretta attualità. Infatti, da più parti, e da ambiti molto autorevoli, si sono levate critiche contro il governo Letta. E da più parti si invoca il cambio della guardia: Renzi al posto di Letta.

Ed è in questa temperie che Renzi si appresta a salire a Palazzo Chigi bypassando le elezioni. Si schernisce il sindaco di Firenze, spiegando che no, lui non vuole una cosa del genere. Ma, certo, aggiunge, se il Paese lo chiederà. E questo cambio di guardia sembra a tanti osservatori cosa ormai fatta. Lo vogliono tanti poteri forti che hanno puntato tutto sul sindaco di Firenze, lo vuole fortemente una parte del Pd, che poi è azionista di maggioranza del governo.

Questo cambio in corsa si situa al di fuori delle normali dinamiche politiche. C’è chi pensa che, dato il momento eccezionale che vive l’Italia, certe procedure extra-parlamentari si rendano necessarie. Ci sarà, invece, chi vedrà in questo passaggio traumatico un colpo di Stato. E forse fornire ulteriori motivi di nervosismo in un momento nel quale il Paese è già nervoso non è un bene. Ma tant’é. È l’ora di Renzi: è dal tempo delle primarie del Pd che il sindaco di Firenze si muove come nuovo leader indiscusso dell’Italia. E che viene trattato come tale. Dalla forma si passa alla sostanza. 

Napolitano è garante delle Istituzioni, questo almeno il compito che gli assegna la Costituzione. Potrebbe dare il suo assenso o porre un veto. Si può solo sperare che l’onda d’urto che sta terremotando il Colle gli consenta di conservare la lucidità necessaria a decidere sulla delicatissima questione. 

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