27 Giugno 2013

Nozze gay, storico sì della Corte Suprema

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La Corte Suprema degli Stati Uniti, accogliendo un ricorso contro la legge californiana che vieta i matrimoni omosessuali, ha decretato che tale divieto è in conflitto con la Carta costituzionale. Una sentenza che cambia il volto degli Usa. Il cardinale Timothy Dolan ha parlato di «giorno tragico per la nazione». Al di là dell’aspetto morale della questione, che è qualcosa di più di un riconoscimento di un diritto agli omosessuali – e comunque resta che il matrimonio cristiano è un sacramento del Signore, mentre altro è il matrimonio civile che è l’unione tra due persone –, sono due le cose da notare.

In primo luogo la sentenza arriva dopo che l’analoga legge è stata adottata in Francia e sta per essere adottata in Inghilterra: questo evidenzia quindi una spinta sovranazionale che interessa tutto l’Occidente.

In secondo luogo, la sentenza Usa susciterà sommovimenti civili anche in terra americana, come già avviene in Francia. Oltre alla Chiesa cattolica, infatti, ha preso posizione contro la sentenza anche la destra repubblicana e il Tea Party. La reazione a questa legge spingerà la Chiesa a cercare sponde a destra, come già accade in Francia. In particolare quella destra più aggressiva e militante – in grado cioè di mobilitare l’opinione pubblica e le piazze – che è poi la stessa che più spinge per un intervento armato in Siria, che tanti analisti temono possa infiammare tutto il mondo arabo e trascinare il mondo verso un nuovo conflitto globale. 

Nel caso specifico, occorrerà esercitare prudenza. Che non è solo una virtù cristiana e l’esercizio di un sano realismo, ma una necessità.

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