30 Giugno 2015

Obama, il terrore e la grazia che ci sorprende

Obama, il terrore e la grazia che ci sorprende
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Il 26 giugno il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha partecipato al funerale delle vittime della strage di Charleston. Pubblichiamo stralci del suo intervento, nel quale ha citato per ben 45 volte la parola Grazia.

 

L’autore della strage «pensava che il suo gesto avrebbe fomentato paura e recriminazioni, violenza e sospetto, pensava che avrebbe reso più profonde le divisioni che affondano nel peccato originale della nostra nazione. Ma il Signore agisce per vie misteriose. Il Signore aveva un altro progetto. L’assassino non sapeva che il Signore si sarebbe servito di lui […]».

 

«Accecato dall’odio, non ha capito ciò che il reverendo Pinckney conosceva bene: il potere della grazia del Signore. Per tutta la settimana ho pensato a quest’idea della grazia. La grazia sulle famiglie che hanno perso i loro cari. La grazia di cui il reverendo Pinckney parlava nelle sue prediche. La grazia di cui parla uno dei miei inni preferiti, Amazing Grace. “Com’è dolce il suono che ha salvato un poveretto come me. Mi ero perso, sono stato ritrovato, ero cieco e ora ci vedo”. Secondo la tradizione cristiana, la grazia non la si può guadagnare. La grazia non ce la meritiamo. La grazia non la conquistiamo coi nostri meriti. Siamo peccatori. È un dono libero e gratuito del Signore».

 

«È così per la remissione dei peccati e l’elargizione delle sue benevolenze. La grazia. Come nazione che ha affrontato questa tragedia, il Signore ci ha concesso la sua grazia e ci ha dato la vista quando eravamo ciechi. Ci ha dato la possibilità, quando ci eravamo persi, di trovare il meglio di noi. Questa grazia non ce la siamo guadagnata coi nostri rancori e l’autocompiacimento e la miopia e la paura reciproca, ma l’abbiamo ricevuta lo stesso. Ce l’ha donata lo stesso. Ancora una volta ci ha donato la sua grazia. Ora sta a noi far fruttare quel dono, riceverlo con gratitudine e mostrarcene degni».

 

Il reverendo Pinckney «sapeva che un cammino di grazia chiede un cuore aperto. È così che mi sono sentito questa settimana: un cuore aperto. È la cosa che serve di più in un momento come questo, più di qualsiasi politica e di qualsiasi analisi. La mia amica Marilyn Robinson, una scrittrice, parla di “una riserva di bontà che va oltre, di un altro tipo, che siamo in grado di darci a vicenda nel corso ordinario delle cose”».

 

«Una riserva di bontà. Se incontriamo questa grazia, tutto è possibile. Se possiamo attingere a questa grazia, tutto può cambiare. Amazing grace, grazia che ci sorprende. (Cantando) “Grazia sorprendente, com’è dolce il suono che ha salvato un poveretto come me. Ero perso e sono stato ritrovato, ero cieco e ora ci vedo”. […] Che la grazia possa condurre a casa (il reverendo Pinckney e le altre vittime). Che il Signore continui a elargire la sua grazia sugli Stati Uniti d’America”».

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