Obama-Putin, gelo sulla Siria
Tempo di lettura: < 1 minuteLe opinioni di Barak Obama e Putin sul conflitto siriano «non coincidono»: è quanto emerso ieri nell’incontro al summit del G8. Putin ha affermato che la Russia vuole «porre fine alle stragi, una soluzione pacifica» e desidera «il negoziato di Ginevra». Obama, dal canto suo, ha dichiarato: «ci preoccupano le armi chimiche, vogliamo la fine del conflitto, continueremo a lavorare assieme». Quindi, a Cameron, che rivolgendosi a Putin dice che bisogna dare alla Siria la possibilità di «scegliere un governo rappresentativo», il Cremlino fa sapere che l’ipotesi della no fly zone senza l’assenso russo all’Onu sarebbe illegittima.
Intanto i sauditi fanno sapere di aver iniziato a fornire «missili anti-aerei ai ribelli». E dalla Siria si leva il monito di Assad sul ventilato invio di armi ai ribelli: «oltre al popolo siriano, pagheranno il conto gli europei che sanno che le armi finiscono ai terroristi». Un’affermazione, quest’ultima, presentata dai media come una minaccia all’Europa, ma che in realtà ricalca quanto sostengono tutti i principali analisti che si sono occupati del conflitto siriano: armare le milizie anti-Assad è armare Al Qaeda, con tutte le conseguenze del caso.