22 Novembre 2013

Quando lo sparatore di Parigi faceva il palo per "Bonnie e Clyde"

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Lo hanno preso in un auto lo sparatore di Parigi, quello che aveva ferito gravemente un fotografo nella sede di Libération e sparato contro altri obbiettivi più o meno casuali. Era in stato comatoso, al momento dell’arresto, forse nei postumi di un tentativo di suicidio. Due lettere con sé, alquanto deliranti. 

Ma la storia si tinge di giallo: l’uomo è tal Abdelhakim Dekhar, che al tempo aveva affiancato due giovani squilibrati quando, nel 1994, avevano preso d’assalto un deposito di auto sequestrate dalla polizia; un attacco finito in tragedia: i due, in un rocambolesco quanto folle tentativo di fuga, avevano ucciso cinque persone, tra cui diversi poliziotti che gli davano la caccia. Nell’occasione Abdelhakim Dekhar aveva fatto da palo e aveva fornito ai due squilibrati il fucile a pompa che aveva fatto strage. Al processo sostenne di essere un uomo dei servizi segreti algerini: prese qualche anno di carcere per poi andare a vivere a Londra. Dopo un lungo sonno, è tornato a colpire, seminando terrore. Strana storia, brutta storia. Di follia, forse di altro. Ma almeno per il momento la Francia è uscita dall’incubo. 

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