4 Gennaio 2013

Rai e Pd, è scontro su Monti

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Con un’intervento alquanto duro, i dirigenti della Rai hanno impedito che Mario Monti partecipasse alla trasmissione televisiva condotta da Gilletti domenica prossima. Troppa esposizione mediatica del presidente del Consiglio, il quale, essendo anche parte della competizione elettorale, deve rispettare le regole della par condicio.

Un piccolo segnale, ma importante, che indica come l’ex rettore della Bocconi non goda più di quell’ampio consenso del quale finora sembrava investito. Altro problema per il professore la questione delle liste: si era deciso, in una riunione movimentata, che alla Camera i centristi andassero ognuno per sé, per marciare uniti al Senato. E che ognuna delle liste fosse insignita del marchio Monti. Purtroppo per il professore pare che la cosa sia alquanto difficile, se non impossibile: la legge non consente a liste diverse di indicare un unico premier, né le liste possono essere troppo simili tra loro, pena errori e distorsioni del voto popolare. In questo travaglio, il professore sembra voler privilegiare la lista civica personale a scapito degli altri centristi di lunga data. Ieri altra riunione con i suoi, a porte chiuse, presentata dall’immancabile professor Riccardi, motore immobile di questa operazione centrista.

Intanto il professore, dismessi i panni sobri che lo hanno contraddistinto finora (e che  lo avevano reso gradito alla gente comune) ha impugnato il randello per scendere a pieno titolo nell’agone elettorale. Insulti a Brunetta, consigli impropri a Bersani, invitato a zittire gli estremi del Pd. Dietro al cambio di strategia, probabilmente, qualche stratega non proprio felice.

 

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