3 Gennaio 2014

Renzi apre i giochi sulle riforme

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La uno, la due o la tre: come le tre buste a sorpresa dei quiz televisivi di Mike Bongiorno, anche Renzi gioca su diversi tavoli, offrendo ai suoi possibili interlocutori tre diverse proposte per iniziare un percorso condiviso sulla riforma delle legge elettorale. Tre i modelli indicati: quello usato in Italia per l’elezione del sindaco, un Mattarellum revisionato e la legge elettorale spagnola, cara a Berlusconi.

Il sindaco di Firenze, ironia del doppio incarico tanto criticato a sinistra in altri tempi, intende parlare con tutti, a iniziare da Berlusconi, il quale ha subito dato la sua disponibilità. Se si cambia in fretta la legge elettorale, in fretta si andrà a votare, quello che il Cavaliere chiede da tempo (segreta speranza anche di Renzi). L’avance del segretario del Pd è indirizzata anche al movimento Cinque stelle che per ora non ha preso posizioni ufficiali: solo alcune reazioni a caldo da parte di alcuni dei suoi esponenti, ma non fanno testo dal momento che più che su altri temi una decisione come questa è riservata a Grillo e Casaleggio. L’ex comico da tempo chiede le elezioni e la testa di Napolitano a queste connessa (Re Giorgio ha legato il suo destino alla tenuta del governo anche nell’ultimo discorso elettorale): se da una parte gli sarà difficile instaurare un dialogo con le controparti, dall’altra non può contrastare più di tanto proposte che vanno nella direzione dei suoi desiderata.

La mossa di Renzi era attesa: vuole bruciare i tempi e, con questi, il governo di Enrico Letta al quale sarà difficile contrastare la tenaglia destra-sinistra che tende a stritolarlo. Il nuovo centro, o come si chiama, è ovviamente in difficoltà: se si va a votare a breve rischia di sparire, a meno di trovare nuovi accordi con quella destra dalla quale è nato attraverso uno psicodramma degno di miglior causa. Così la proposta di Renzi, al di là degli esiti, rilancia ancora una volta Berlusconi, interlocutore ingombrante, cavaliere caduto da cavallo, ma che ha ancora in mano carte da spariglio. 

Il gioco è iniziato. I giocatori iniziano a studiare le carte. E come vuole l’adagio, il bel gioco dura poco: i tempi per chiudere sono brevi, dal momento che a giugno inizia il semestre europeo targato Italia e sarà difficile immaginare una crisi politica in quel periodo. Data delle elezioni da fissarsi a maggio, dunque, insieme alle europee. Come vuole Berlusconi. E come vuole, nel segreto, Renzi. Hanno in mano carte ottime, devono solo evitare imprevisti. 

Per l’Italia c’è solo da sperare che i segnali di ripresa indicati da tante fonti autorevoli che guardano le cose dall’alto, ma invisibili dal basso (la gente continua a rimanere senza lavoro, le imprese licenziano o chiudono), non siano messi in discussione da giochi politici legati al destino personale di singoli politici. 

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